Assume connotati sempre più internazionali la biennale organizzata dal Ponza Diving di Andrea Donati e Daniela Spaziani, dedicata a possessori, utilizzatori e appassionati di apparati a circuito chiuso
di Claudio Budrio Butteroni
Tra gli intervenuti per l’occasione anche i giornalisti statunitensi Michael Menduno, della rivista di settore “aquaCORPS” e Peter Symes di “X Ray mag”, oltre ad altri partecipanti provenienti da Inghilterra, Polonia, Danimarca, Canada e Nuova Zelanda.
Il palinsesto posto in atto ha visto la conferma della formula già sperimentata nelle edizioni precedenti che prevedeva la mattinata dedicata alle immersioni e le conferenze, presso il polo museale di Ponza, nel pomeriggio.
Assente qualsiasi forma di promozione commerciale, i relatori intervenuti rappresentano quanto di più autorevole possa essere proposto in ambito tecnico e scientifico alla comunità subacquea.
Riepiloghiamo in breve lo svolgimento delle immersioni e i contenuti degli interventi:
2 MAGGIO 2019
Immersione allo Scoglio della Botte
lo scoglio della botte è un isolotto a circa 8 miglia a sud est dell’isola di Ponza caratterizzato da una parete che scende velocemente verso il fondo posto alla quota di circa – 70 metri; e da tre versanti che degradano invece più dolcemente. Il luogo di maggiore interesse è rappresentato da due piccoli massi, distaccati pochi metri dalle pendici dello scoglio, in cui è possibile ammirare degli esemplari di Corallo Nero. La franata è invece caratterizzata da una serie di piccoli anfratti dove è possibile ammirare parazoanthus, claveline, oltre a pesce di tana e di passo.
Al rientro in porto, dopo aver consumato il pranzo a bordo del Nettuno II, hanno inizio i lavori conferenziali cosi articolati:
Dott. Pasquale Longobardi, Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna e presidente del SIMSI:
Helium-induce organ protection from the bad infiammation and benefit for decompression.
Nuove frontiere in materia di Patologie Da Decompressione che vedono il superamento del concetto delle bolle che occludono il vaso sanguigno e che invece individuano le microparticelle, derivanti da lesioni dell’endotelio, quali responsabili del processo infiammatorio scatenante le PDD.
Benefici derivanti dall’utilizzo dell’elio nelle miscele respiratorie.
Mr. Mark PowellIstruttore CCR e autore del libro “Deco for Divers” ed. Underwater Frontiers:
Training doesn’t work.
Perché l’addestramento non funziona?
Illustrazione delle linee guida dettate dal DAN per un migliore addestramento (pesata, assetto, pianificazione ed attenzione nell’utilizzo dei gas, attenzione ad una corretta risalita, utilizzo delle Checklist) oltre ad altri punti di attenzione (utilizzo e verifica dei sensori, scenari di emergenza, verifica del funzionamento dell’equipaggiamento, attenzione a cosa accade attorno a noi, utilizzo del team).
Concetto di “apprendimento” ovvero:
– acquisizione di informazioni e skill mediante studio ed esperienza;
– memorizzazione delle informazioni;
– cambiamento PERMANENTE delle abitudini e dei comportamenti.
Il superamento della Zona di Confort in immersione e interventi su altri fattori per la mitigazione del rischi.
Prof. Simon Mitchell Professore Associato presso l’Università di Aukland:
In-water recompression: a rewiew of evidence and recommendations
Ricompressione in acqua ad un subacqueo con sintomi di PDD. Come e quando?
Studiati i benefici della tempestiva ricompressione di un subacqueo al primo insorgere dei sintomi di PDD, questa eventualità sino ad ora scongiurata è stata invece sdoganata avendo ricevuto un OK da parte di un comitato medico internazionale.
ATTENZIONE. Ma come e quando?
Le condizioni per valutare una ricompressione in acqua di un subacqueo sono:
-Sintomi di PDD Tier II (dolori articolari, mdd sottocutanea o linfatica) o Tier III (paralisi o sintomatologia seria)
-Nessuna possibilità di accesso immediato (entro due ore) a un centro di trattamento provvisto di camera iperbarica.
-Progressivo aggravamento dei sintomi.
-Nessuna controindicazione alla ricompressione in acqua.
-Consenso da parte del TEAM e presenza di personale adeguatamente addestrato.
-Condizioni ambientali idonee (presenza di stazione decompressiva e condizioni meteomarine favorevoli).
Dr. Massimo Pieri DAN Europe:
The technical diving DAN data base: diving modalities, habits, echigraphic and doppler bubble monitoring, risk factors, incidents and accidents.
Illustrazione delle modalità di monitoraggio ed acquisizione dati da parte di DAN Europe e pubblicazione delle statistiche che hanno visto classificare come immeritati (tutte le regole erano state rispettate) il 57,6% delle PDD catalogate.
3 MAGGIO 2019
Immersione alla Secca di Gioia:
È una delle nuove mete di immersione posta a catalogo dal Ponza Diving per le stagioni a venire situata nel tratto di mare tra Ponza e Zannone. Il cappello è situato a una profondità di circa 58 metri, mentre nel punto di maggiore profondità raggiunge circa gli 80 metri. L’estensione della secca è modesta e può essere esplorata interamente anche con una sola immersione. Non è necessario raggiungere la massima profondità per ammirare corallo rosso, spirografi, gorgonie gialle e rosse, astrosparthus oltre a grossa varietà di pesce.
Nelle prime ore del pomeriggio, riprendono i lavori presso una sala del museo di Ponza con il seguente programma:
Dr. Neal Pollock ricercatore in Medicina Iperbarica alla Laval University – Quebec
Defensive dive profile planning
La pianificazione di profili difensivi.
Quando lo stress di una immersione diventa eccessivo? La tecnologia ci aiuta nella programmazione delle nostre immersion mettendoci numerosi strumenti a disposizione, e questo può indurci a sottovalutare lo stress derivante dall’immersione che ci accingiamo a compiere.
Molti di noi si affidano totalmente ai software di pianificazione, ma non è detto che questi algoritmi siano validi per la totalità dei subacquei.
Alcuni modelli di calcolo, rispetto ad altri, riescono a tagliare i tempi di decompressione del 50%. Ma sono profili difensivi?
Viene confermata l’inefficacia dell’utilizzo dei deep-stop i quali, al contrario di quanto auspicato, comportano la produzione di maggiori bolle. Pertanto l’elaborazione di un profilo maggiormente difensivo può essere ottenuta mediante le impostazioni di conservativismo con GF 35/65, e con il prolungamento dell’ultima tappa decompressiva dei 6 metri, oltre quanto indicato da computer e/o pianificatore.
Dott. Alessandro Marroni Presidente Dan Europe
Real time monitoring of physiological and haematological parameters while and around diving: echographic and Doppler bubble monitoring during real altitude exposure after diving . The underwater blood draw project: methodology and first results.
Underwater telemedicine: the future of DAN Europe filed research. Wearable technologies for intelligent dive computers and diving gears, wireless water to surface dive safety and physiological data transmission, alarm center monitored diver geo-location and bidirectional telemedicine.
I data base di Dan raccolgono diverse decine di migliaia di profili di immersioni. Per molti di questi sono disponibili anche i dati relative ad esami doppler, ecocardiogrammi, elettrocardiogrammi, test ematologici e test urinari per la determinazione dei parametri di idratazione.
Da ciò è stato anche appurato che esiste una correlazione tra la produzione di bolle e il differenziale della temperatura corporea pre/post immersione. Maggiore è stata la perdita di temperatura durante l’immersione, maggiore sarà la produzione di bolle.
Mentre la raccolta di informazioni fino ad ora è avvenuta pre e post immersione, ora si sta iniziando a raccogliere dati durante l’immersione e ciò ha permesso di rilevare alcuni dati inaspettati, come ad esempio casi di presenza di bolle nella fase di discesa, quando invece non avrebbero dovuto esserci. I prelievi di sangue eseguiti sul fondo hanno inoltre consentito di rilevare variazioni degli ossidi nitrici che non si pensavano essere così rilevanti.
Il futuro prossimo è ora rappresentato da strumenti diagnostici indossabili che consentono la trasmissione di dati via Sound Line anche in modalità bidirezionale.
È stato poi presentato il progetto AVATAR (Advanced Virtually Assisted Telemedicine in Adverse Remoteness) che ha consentito, ad un subacqueo monitorizzato, la trasmissione di dati e/o segnalazioni di emergenza, dal fondo del mare alla superficie e da qui a una centrale di allarme situata a migliaia di chilometri di distanza, ricevendo poi di contro un feed back da parte della centrale di allarme medesima.
Prof. Simon Mitchell
Human Factor: the biggest but hardest rout to safety in technical diving.
Da una ricerca fatta è emerso che dal 1998 al 2000 è stata registrata una media di circa 20 decessi/anno tra i CCr divers. Tuttavia non conosciamo ne il numero dei subacquei in attività e nemmeno il numero di immersion fatte.
Dal 1994 al 2000 sono state rilasciate circa 18.000 certificazioni per immersioni con rebreather per cui è stata stimata la presenza di circa 15000 rebreather divers in attività. Ciò porta a stimare, nella comunità degli utilizzatori di CCr, una media annua di 133 decessi ogni 100.000 divers.
Nella subacquea a Circuito Aperto l’incidenza annua dei decessi ammonta invece a 16 ogni 100.000 subacquei.
Questa discrepanza è in parte derivante dal fatto che l’utilizzatore di CCr normalmente effettua immersioni maggiormente complesse rispetto a chi utilizza dispositivi a circuito aperto.
La maggior parte degli eventi fatali sono tuttavia riconducibili ad ERRORI (contravvenzioni involontarie di regole e protocolli) o VIOLAZIONI (contravvenzioni volontarie di regole e protocolli).
Com’è possibile intervenire affinché ciò non accada?
Gli errori sono prevedibili mediante l’utilizzo di una breve checklist che elenchi i quattro controlli che risultano causa della maggior parte di incidenti per errori: verifica accensione strumento e PO2, verifica apertura bombola ossigeno, verifica by-pass manuale O2 e Diluente, verifica collegamento frusta gonfiaggio stagna.
La cosa appare più complessa per quanto concerne la prevenzione delle violazioni, connesse solitamente ad atteggiamenti “antiauthority” ed atteggiamenti “macho man”.
Per questa tipologia di problematiche la strada è più complessa, dovendosi lavorare sulla cultura e sul modello di ruolo.
Edoardo Pavia nel doppio ruolo di esploratore subacqueo e traduttore
Rebreather: how can we improve safeness
Da parte di Edoardo Pavia si è provveduto ad un approfondimento degli Human Factor ed in particolare dei punti di debolezza da migliorare al fine di ottenere maggior sicurezza.
Anche lui concorde sulla necessità di sviluppare l’utilizzo delle checklist al fine di ridurre gli errori dei subacquei, ha poi focalizzato l’attenzione sull’insana e crescente tendenza all’utilizzo di materiali di consumo non conformi a quanto indicato dal fabbricante.
Il riferimento è in primo luogo al materiale filtrante. In numerosi incidenti fatali è stato riscontrato l’utilizzo di assorbenti diversi da quelli indicati dai costruttori, caratterizzati da performance più scadenti, senza che si sia tenuto conto della minor durata dell’effetto filtrante. In un caso è stato persino accertato l’uso di assorbente ospedaliero, utilizzabile esclusivamente in condizioni normobariche!
Altra criticità rilevata è stata quella relativa all’utilizzo di sensori non conformi a quelli indicati dal fabbricante e/o di tenuta in esercizio dei sensori per un periodo oltre i 12 mesi (che rappresenta la durata massima di utilizzo).
Si è poi discusso di dispositivi, la cui reale utilità è molto dibattuta: il bov, il sensore di Co2, il tempstick e il Cell Checker.
4 MAGGIO 2019
Purtroppo le impietose condizioni meteo hanno imposto una modifica della programmazione. Viene delistata l’immersione della mattina, programmata sullo storico relitto dell’LST a Punta Papa per consentire le ultime esposizioni delle relazioni e anticipare la partenza dall’isola alle prime ore del pomeriggio.
Questo il resoconto dell’ultima giornata:
Dr. Neal Pollock
Concerns of the Aging Diver
Interessante intervento finalizzato all’analisi dell’invecchiamento della comunità subacquea, ed delle problematiche derivanti da tale invecchiamento.
Per poter perseverare nell’immersione tecnica è necessario in primo luogo dare la massima importanza alla forma fisica.
In secondo luogo, oltre alla imprescindibile visita medica annuale, è opportuno coinvolgere il proprio medico ogni qual volta si verifichino eventi clinici più o meno rilevanti ovvero anche la prescrizione di nuovi medicinali.
Infatti non tutti i medicinali sono compatibili con l’attività subacquea e non tutti gli organismi reagiscono nella stessa maniera alla somministrazione di farmaci.
Arriverà poi il momento in cui sarà opportuno smettere. Quando sarà giunta la nostra ora non mentiamo a noi stessi. Il rischio sarebbe troppo elevato.
Mr. Bruce Patridge proprietario Sharewater
The changing fatality rate as rebreathers become more common.
Dopo una rapida presentazione dell’azienda Sharewater, Mr. Patridge si è soffermato sull’analisi delle cause degli incidenti subacquei nei quali la sua azienda, in qualità di costruttore e gestore del software, è stata coinvolta per le consulenze tecniche di rito.
Su circa 600 eventi fatali registrati, solo 40 sono imputabili a un malfunzionamento del rebreather, mentre gli altri sono imputabili a errore del subacqueo.
Cosa fare per migliorare?
Per quanto riguarda i costruttori, recenti normative hanno dettato obblighi e regolamenti a cui debbono attenersi.
Si tratta dell’allegato B alla normativa CE 14143, e la certificazione ISO9001 per il processo di costruzione.
Per quanto concerne i subacquei invece, gli archivi di Sharewater registrano circa 16 incidenti l’anno a fronte di migliaia di CCr venduti. Circa il 90% di questi incidenti sono imputabili a due cause: bombola dell’ossigeno chiusa e sensori scaduti.
Anche in questo caso l’utilizzo della checklist viene individuato come strumento atto alla prevenzione degli errori.
È necessario inoltre sensibilizzare la comunità subacquea affinché si presti maggiore attenzione alla manutenzione delle attrezzature e in particolare alla periodica sostituzione dei sensori di O2.
Ultime raccomandazioni sono quelle di evitare distrazioni e/o di distrarre gli altri subacquei durante la preparazione, e di incrementare le difficoltà delle immersioni praticate in maniera progressiva.
I lavori vengono chiusi alle 12:30 e ci si dà appuntamento per il conviviale di fine evento presso il ristorante EEA, una splendida terrazza con vista sul porto di Ponza.
1 Comment
Bruno Petrucci
Complimenti a tutto lo Staff