Un team di ricercatori dell’Ispra, del CNR e dell’American University of Beirut ha segnalato il “lionfish” nelle acque della Sicilia orientale, all’interno della riserva naturale orientata oasi faunistica di “Vendicari”. E’ il primo avvistamento in Italia
La Redazione
Secondo molti era solo questione di tempo. Dopo gli avvistamenti certificati in Tunisia – i primi nel mediterraneo orientale sono datati ormai una decina di anni fa – allorché l’ISPRA lanciò l’allarme per il possibile arrivo prima o poi del pericoloso pesce anche sulle nostre coste, appena qualche giorno fa ne è stato confermato il primo avvistamento in Sicilia, costa orientale, a Vendicari.
Si tratta di una specie pericolosa anzitutto dal punto di vista ambientale in quanto giudicata una delle più invasive al mondo, dunque non si sa che effetti possa avere una sua rapida diffusione in zone dove prima non c’era ma – visto quanto già successo sulle coste occidentali dell’Atlantico e in tutto il mar dei Caraibi – è lecito temere il peggio per gli ecosistemi, data anche la sua alimentazione tanto ampia da porlo in condizioni di ottima adattabilità e competizione con le specie autoctone. Ma l’altra sua pericolosità è per la salute umana in quanto dotato di numerose spine molto velenose. Inoltre la sostanza velenosa che produce per le ghiandole di tali sue spine resta attiva anche svariate ore dopo la sua morte (fino a 48!), allargandone la pericolosità anche all’eventuale pescato. Le sue carni infatti sono commestibili e anche buone se cucinate opportunamente e ne fanno oggetto d’interesse per il prelievo a scopo alimentare.
I nomi comuni più noti del pesce sono appunto “lion fish” (pesce leone, forse per la sgargiante “criniera” o forse per la sua voracità…) e “pesce scorpione” per le punture caratteristicamente velenose che può infliggere. In realtà è uno “Scorpaenidae” quale famiglia biologica d’appartenenza (analogamente infatti al nostro “scorfano”) e se ne conoscono alcune varietà, come Pterois volitans, Pterois miles, Pterois oken, Pteoris antennata, Pterois radiata, Pterois lunulata ecc.
Per le sue caratteristiche estetiche a dir poco spettacolari è da sempre un soggetto ideale per gli appassionati di fotografia subacquea e anche per gli acquariofili di tutto il mondo.
Lo studio dell’avvistamento siciliano, pubblicato dalla rivista “Bioinvasion Records”, fornisce i dettagli di questa osservazione ricostruendo la rapida espansione geografica della specie nel mar Mediterraneo. “Considerata la potenziale invasività e pericolosità della specie, chiunque abbia catturato o avvistato un pesce scorpione è invitato a fare una foto e segnalare l’osservazione all’indirizzo: alien@isprambiente.it. E’ disponibile anche un gruppo Facebook chiamato “oddfish” sul quale condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori”, fanno sapere dall’Ispra.