Un corso per chi “come noi” ama la lamiera…
A cura di Claudio Grazioli
«… Andrea e Gavino si guardarono intorno circospetti. Sapevano che sul quel relitto non avrebbero trovato altri sub ma la prudenza non era mai troppa. Solo loro due e Pino il barcaiolo sapevano di quel relitto. O almeno loro tre sapevano dov’era, tutti gli altri sub della zona lo stavano cercando da un’altra parte dell’isola. Le probabilità che avessero trovato una nave diversa s’insinuavano sempre di più nei loro pensieri. Prima di buttarsi in acqua Gavino ricevette dalle mani callose di Pino tre fogli plastificati, li strinse forte e si lasciò cadere in acqua all’indietro. Non riemersero per fare l’Ok al barcaiolo, si lasciarono sprofondare verso il loro nuovo amico. Pino diede un’occhiata alle bolle, erano “giuste”, poi scrutò l’orizzonte tutto intorno. Nessuno.
I due sub arrivarono planando sul cassero centrale, bastò guardarsi negli occhi per accertarsi che era tutto ok. Si affacciarono verso prua cercando di scorgere cosa ci fosse oltre l’albero di trinchetto, la visibilità di venti metri, peraltro ottima per la stagione, non lasciava intravedere nulla d’interessante. Si spostarono oltre il fumaiolo e cercarono di capire se vi fosse anche lì un altro albero e due boccaporti, ma un’ombra scura in lontananza confondeva le idee. Gavino distese i fogli plastificati e iniziò a studiarli. Le mappe FW mostravano il piano di coperta di tre mercantili, tre navi affondate nella zona e una di loro doveva essere il gigante di metallo assopito sotto di loro. Tutte e tre avevano un cassero centrale e differivano per alcuni particolari dello scafo che Gavino aveva diligentemente mappato. Ora dovevano scegliere se scendere nella parte di prua e controllare il castello o scendere verso poppa e verificare se c’era una stivetta, servita da due colonnette, subito dopo il cassero.
Andrea scosse il compagno dallo studio delle mappe e gli fece cenno di seguirlo, si librò nel blu e si diresse verso l’ombra scura di poppa. A prima vista poteva essere un albero di carico vestito da un’enorme rete galleggiante. Andrea partì deciso, Gavino lo seguì lentamente, convinto di dover passare il resto dell’immersione a liberare il compagno da chissà quale infida rete. Gavino avrebbe voluto guardare verso il basso per controllare il ponte di coperta ma l’ombra minacciosa stava per inghiottire il suo compagno. Accelerò per raggiungerlo ma poche pinneggiate dopo si fermò di colpo per lo stupore. Andrea continuava a pinneggiare con una forza inspiegabile, non si sarebbe fermato prima di toccarlo. Anche Gavino accelerò.
I due sub si ritrovarono visibilmente affannati su un secondo cassero, senza ombra di reti e con un secondo fumaiolo molto più basso del primo. Lo stupore non tardò a manifestarsi e con esso l’euforia. Gavino tornò a controllare le mappe incredulo, Andrea le tolse di mano e le gettò via facendo segno di no con le due mani. Nessuna delle navi mappate corrispondeva al loro relitto, d’ora in poi avrebbero usato il sistema di mappatura Fanatic Wrecker direttamente sul relitto e poi avrebbero confrontato le strutture con altre foto, così come avevano imparato nel corso che avevano frequentato l’anno prima.
Controllarono il tempo di fondo, era il momento di risalire, Andrea lanciò il pallone e si staccarono dal relitto così che nessuno potesse piombargli sopra mentre facevano deco. Pino era allerta e appena vide il pallone vi si diresse lentamente con il motore al minimo.
In deco Andrea fantasticava sulla fama che avrebbe ottenuto dando la notizia del ritrovamento, non prima di averci fatto delle immersioni e prelevato qualche piccolo souvenir. Gavino era più pensieroso, sapeva che la mappatura Fanatic Wrecker sarebbe toccata a lui, mentre Andrea scorazzava su e giù per il relitto come un cane da tartufi. Sorrise infine sapendo che dopo, una volta a casa, avrebbe potuto contare su Claudio, Giovanni e Pasquale…»
Certo, è un racconto di fantasia ma se fosse una situazione reale avere a disposizioni conoscenze e strumenti utili all’identificazione del relitto renderebbe l’avventura molto più eccitante. Studi a tavolino fatti in prima persona invece che pellegrinaggi da vari personaggi definiti “esperti”. Definizione precise delle caratteristiche della nave, piuttosto che vaghe descrizioni di oggetti sconosciuti e sopratutto la dignità di sapere di cosa si sta parlando. Tutte caratteristiche essenziali del cacciatore di relitti, apprese negli anni passati con ore e ore di studi da autodidatta. Ora, un nuovo corso colma questa lacuna didattica, fornendo agli appassionati frequentatori di relitti tutte le cognizioni utili a riconoscerne le parti e le varie tipologie di nave.
Il corso FANATIC WRECKER nasce dopo un anno di ricerche bibliografiche ed è strutturato in cinque lezioni di circa due ore ciascuna. Nelle prime due lezioni si analizzano le parti di una nave singolarmente, come si fa con i singoli pezzi dei puzzle. Nella terza lezione si montano insieme i pezzi e si studia la nave mercantile, in particolar modo il tipo di nave più affondato nelle due guerre mondiali. Nella quarta lezione, sempre rimontando insieme i pezzi, si studiano le navi militari, su quest’argomento si studia un modello astratto valido per il 98% di tutte le navi militari costrute fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Nella quinta lezione i consigli di un maestro della fotografia miglioreranno le vostre foto sui relitti e insieme ad un illustratore professionista imparerete le tecniche grafiche per realizzare una mappa artistica. Rimarrete sorpresi dalle vostre abilità nascoste.
Per tutti quelli che sono negati per il disegno, Fanatic Wrecker, ha messo a punto un sistema di mappatura schematica facile e intuitivo. Il sistema è in corso di sperimentazione e ne parleremo approfonditamente nel prossimo articolo.
Il corso Fanatic Wrecker ha un fine specifico ed è quello di cambiare la mentalità di chi s’immerge sui relitti. Dopo il corso quello che prima era un ammasso di lamiere diventa una nave carica di storia, un vecchio amico senza più segreti.
In molti si chiedono perché chiamare il corso Fanatic Wrecker, gli autori rispondono che a loro piace prendersi in giro. In un mondo, dove tutti vogliono andare più profondo per vedere qualcosa di nuovo, loro insegnano a vedere con nuovi occhi quello che si è visto in decine d’immersioni. Dopo un corso Fanatic Wrecker, lo stesso relitto non avra’ più segreti, ma soprattutto, non sarà più un relitto ma una NAVE!
Test d’ingresso:
Molti sub ci chiedono se il corso può essere loro utile, se le nozioni apprese sono diverse da quelle apprese nella specialità relitti delle varie didattiche subacquee?
Premesso che il corso Fanatic Wrecker non sostituisce la specialità ma la integra, facciamo un breve test di verifica.
Se si è in grado di rispondere correttamente alle seguenti domande non avete bisogno di fare un corso Fanatic Wrecker:
Qual è la differenza tra un cassero e una tuga?
Cos’è e dov’è il castello?
Che differenza c’è tra una manica a vento e un estrattore?
Il ponte di corridoio, il ponte 1 e il ponte B si trovano sopra o sotto il ponte di coperta?
L’argano ha la campana orizzontale o verticale?
Le risposte alla fine dell’articolo.
Se avete sbagliato qualche domanda il corso colmerebbe tutte le vostre lacune, se non avete idea di cosa siano i termini utilizzati nelle domande, il corso Fanatic Wrecker fa per voi.
Un’ultima considerazione sul corso.
Il corso è nato come una sfida, molti sub dell’hinterland milanese chiedevano un corso sui relitti dopo aver partecipato alle serate d’intrattenimento tenute dai tre autori nei negozi e nei club subacquei, che gli avevano invitati. La sfida era fare qualcosa di nuovo, mai fatto dalle altre didattiche, altrimenti gli autori non l’avrebbero accettata.
Così è stato anche per il sistema di mappatura Fanatic Wrecker, un sistema innovativo di cui parleremo nel prossimo articolo.
Risposte al quiz:
Il cassero è una sovrastruttura che si erge sopra il ponte di coperta e ha la stessa larghezza della nave, la tuga è una sovrastruttura larga meno della nave.
Il castello è un cassero è si trova a prua.
La manica a vento serve ad areare, intercettando l’aria ambiente, convogliandola nei locali sottostanti. L’estrattore serve ad aspirare forzatamente, tramite ventilatore, l’aria da stive e locali sottostanti.
Il ponte di corridoio si trova sotto il ponte di coperta, il ponte 1 è il ponte di coperta, il ponte B si trova sopra il ponte di coperta.
L’argano ha la campana verticale.