«Il primo squalo non si scorda mai! E i sedici minuti di decompressione appaiono un giusto prezzo da pagare…» Così Jenny Gioffré all’appuntamento con lo squalo grigio sui terrazzamenti subacquei di Lampione
Di Jenny Gioffré. Foto Giuseppe Mancini e Marina Diving Lampedusa
Il primo bacio, il primo viaggio e adesso aggiungerei – alle prime volte significative – il primo squalo. Ormai non è poi così difficile per un subacqueo confrontarsi con questo sovrano del mare. Io però non appartengo a quella categoria di sub che possono permettersi questo incontro, né per competenze tecniche né soprattutto per risorse economiche necessarie a portarti in luoghi di viaggio deputati a questi faccia a faccia. Il mio primo incontro è avvenuto questa estate, in un viaggio in cui per un insieme di motivi non prevedevo di potermi immergere. Siamo a Lampedusa, è stato l’altruismo del mio compagno a spingermi a fare qualcosa per me. Così vado dal mio amico Beppe Mancini e lui, con affetto e professionalità, mi fornisce l’occorrente e m’invita a tuffarmi a Lampione. Ero già stata in questo splendido luogo d’immersioni ma senza la fortuna dell’incontro con il “sovrano del mare”. La giornata è uggiosa, il mare sfida la nostra tenacia. Un’ora di gommone che solca le onde, un po’ stancante. Il gruppo è simpatico, ma silenzioso. Le sette del mattino d’agosto non è un orario da chiacchiere, il resto lo fanno le alte onde. Lampione è un posto affascinante: un isolotto lungo 200 metri e largo 180, che fa parte della placca continentale africana di pertinenza delle Isole Pelagie. È inoltre un elemento componente dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie. Scendiamo tutti insieme, incontriamo cernie, ricciole, dentici. Una specie di terrazzamenti subacquei da cui ti sporgi e vedi lo strapiombo abissale. Siamo intorno ai quaranta metri di profondità e poco prima della risalita sento versi strani che provengono da Luca, compagno d’immersione. I suoi occhi trasmettono l’incanto, seguo il suo dito e lo scorgo. Il profilo perfetto, sarà a venti metri da noi, un bellissimo esemplare di “squalo grigio” gira intorno a una cima abbandonata. Un’emozione fortissima, un piacere estetico. Qualche minuto di osservazione e poi lo perdiamo di vista, siamo già in risalita. I sedici minuti di decompressione appaiono un giusto prezzo da pagare. Questo incontro porta forte la consapevolezza che il mare è il suo regno, noi solo ospiti a cui è concesso di dare una sbirciatina, ma poi a casa. Il rientro è più dolce, il sole è tornato a splendere, il maestrale ci dà tregua. Arrivati al molo il mio compagno mi attende al diving. Lo abbraccio e lo ringrazio del regalo, avermi fortemente invogliata ad andare e realizzare così il primo incontro con “Iddu” (lui in siciliano).
2 Comments
Graziella
Bellissimo e fortunato incontro! Bravissima nel trasmetterci le tue emozioni! Confesso un pizzico di sana invidia ma contentissima per te!
Caterina
Grazie per il tuo racconto; da ogni parola traspare la tua forte emozione per l’incontro con “iddu”…. peccato che la distanza tra l’immaginare l’emozione e viverla e’ tanta….. comunque, grazie per avermi reso partecipe….. la natura e’ di una bellezza inimmaginabile