Cosa occorre e come si procede per farsi dei pesi da cintura sub a costo quasi zero e proteggendo l’ambiente. Non saranno bellissimi né perfetti ma svolgono egregiamente il loro compito. Ecco in 5 step tutto il procedimento.
Di Emanuele Vitale.
Di pesi da zavorra per cintura sub se ne vedono ormai di ogni foggia nei negozi di articoli specializzati. Magari perfino plastificati e colorati, nonché molto costosi. Eppure, al loro interno, sempre di piombo sono fatti. E il piombo in mare – purtroppo – è assai più diffuso di quanto si creda. Specie se fate molte immersioni all’anno, sarà capitato anche a voi di rinvenire in giro per i fondali ogni sorta di quei piombi e piombetti da pesca, persi soprattutto dai pescatori sportivi che li usano nelle varie tecniche di pesca con la canna. Di impiombature, poi, è pieno il mondo. Per esempio, da un qualsiasi gommista amico si possono trovare quei piombetti smontati dai cerchioni delle ruote delle auto dove vengono utilizzati per l’equilibratura: gli scarti, il più delle volte, ve li regaleranno (anche se poi talvolta questi piombetti si rivelano non propriamente di piombo…ma vedremo più avanti come individuarli ed eliminarli). Insomma l’idea è di “riciclare” a nostro uso e consumo di subacquei un po’ di quel piombo che si trova in giro, a partire proprio dal mare stesso, di fatto contribuendo a ripulirlo.
Detto questo, ecco come si può procedere per farsi dei piombi da 1 Kg in 5 semplici mosse. Premesso naturalmente che ci si sia già procurati lo stampo, fatto da un buon fabbro, che può ricrearlo basandosi sulla sagoma di un classico peso di zavorra da sub da 1 Kg. E che ci si munisca di una mascherina da lavoro oro-nasale, da indossare per tutta la procedura, onde evitare l’inalazione diretta di eventuali fumi o vapori tossici.
1-Procurarsi l’occorrente di base e cioè: un semplice pentolino per bolliture, possibilmente di acciaio inox; un cucchiaio, sempre di acciaio inox; lo stampo, che deve avere un lungo manico e la possibilità di essere posizionato “in bolla”, cioè perfettamente orizzontale al momento della colatura; e i piombetti, che vanno prima ripuliti da eventuali materiali plastici rimasti loro attaccati. (Foto 1)
2-Portare a riscaldamento il pentolino e posizionarci dentro i piombetti da rifondere, attendendo che si sciolgano. La loro liquefazione avviene molto presto in quanto il punto di fusione del piombo è a una temperatura di solo tre volte superiore a quella di normale ebollizione dell’acqua e quindi molto inferiore a quelle degli altri metalli (esclusi stagno e mercurio). (Foto 2 e 3)
3-Quando il piombo si sarà liquefatto, eventuali sostanze, impurità macroscopiche o leghe metalliche diverse, per il gioco delle differenze tra i rispettivi pesi specifici, si troveranno a “galleggiare” sulla sua superficie. Con il cucchiaio, potremo così “scremare” la superficie del piombo di tutti i residui visibili, separandoli dalla parte liquida e raccogliendoli a parte. (Foto 4 e 5)
4-Ora è il momento della colatura: il pentolino che funge da crogiuolo può essere preso con una lunga pinza – per evidenti ragioni di sicurezza – e cautamente si procederà a versarne il contenuto nello stampo, in maniera uniforme, in un unico punto…si diffonderà equamente in tutto lo stampo. Ora basta lasciar riposare la formella – immobile e orizzontale – giusto qualche minuto, il raffreddamento è rapidissimo. In ogni caso può essere accelerato immergendo la formella dello stampo con dentro il piombo direttamente in acqua. (Foto 6)
5-Non resta che battere appena la formella in posizione rovesciata su un piano di legno e, se lo stampo è stato ben fatto, il piombo uscirà quasi da solo al primo colpetto. Sulla faccia che era a contatto col fondo dello stampo potrà presentare qualche imperfezione o sporgenza, che sarà semplice asportare con una normale lima. Il piombo resta un materiale molto duttile e malleabile, dunque sarà semplice rimuovere anche eventuali sbavature più pronunciate con una qualsiasi lama per poi pareggiare il tutto limando. (Foto 7, 8, 9 e 10)
Da ultimo è opportuno pesare il piombo rifinito così ottenuto mediante una bilancia da cucina in modo da verificare con precisione se sia effettivamente 1 Kg o di quanto se ne discosti, così da regolarsi per le colature successive.
Con un minimo di accorgimenti e di destrezza si potranno realizzare a costo quasi zero numerosi pesi di zavorra in pochissimo tempo (e ripulendo almeno un po’ l’ambiente). Magari non perfetti né bellissimi da guardare, ma assai efficaci da impiegare. Provare per credere!