Continua con questa seconda puntata la nostra avviata indagine sulle metodologie delle varie didattiche. Stavolta sentiamo esponenti Padi sul machismo, il corso secondo Aldo Ferrucci e gli orientamenti IANTD.
A cura di Giorgio Anzil
Proseguiamo il nostro cammino alla ricerca di confronti che ci illuminino. Nella prima parte dell’articolo abbiamo notato la difficoltà di accettare il nuovo che avanza e la gestione della coppia o lavoro di squadra pre, durante e post immersione. Ora cerchiamo di capire perché un subacqueo a volte si apparta in una barca piena di subacquei, quasi a snobbare gli altri, cosa dovrebbe prevedere un corso per Aldo Ferrucci e perché una didattica come IANTD decide di spostare le sue attenzioni su un altro mercato.
Sempre Pierluigi Gagliardi Consultant, Training and Quality Management Padi sui rischi di forme di bullismo si esprime così:
«Il “machismo” e quindi il bullismo che ne potrebbe derivare fanno parte della natura umana. Prima o poi ci cadiamo dentro tutti. Per un istruttore la passione e la tecnica sono davvero tanto ma senza empatia si va poco lontano! Il sapersi mettere nelle scarpe – perdono, nelle pinne! – di chi ci sta di fronte, contraddistingue l’eccellenza dalla normalità e l’empatia non può che aiutarci a mettere da parte il machismo».
Detta così sembra facile, ma a voi non è mai capitato di riscontrare questi atteggiamenti? Certo, non è di questo avviso Flavio Turchet, che alla domanda “spesso si sente parlare di subacquei che se la tirano, o che non si mischiano con la vecchia subacquea, non sarà anche questa una discriminazione? Una forma di bullismo? Esiste questo rischio?” risponde così:
«Se a distanza di circa 20 anni da quando il fenomeno DIR/Hogarthian approdò nel vecchio continente questa viene considerata ancora una tematica da discutere, significa che la stupidità umana è veramente eterna come recita un noto aforisma. Non vi è alcun dubbio che molti subacquei abbiano visto nel sistema qualcosa di superiore e abbiano utilizzato il sistema stesso per sentirsi superiori. In ogni attività dell’uomo c’è una continua ricerca di distinzione che certo non poteva non coinvolgere anche la subacquea che è quella più a rischio di autoreferenzialità. Autoreferenzialità e stupidità vanno spesso a braccetto. Ogni subacqueo e istruttore al mondo crede infatti di aver trovato il miglior sistema d’immersione con le soluzioni più efficienti a risolvere qualsiasi emergenza. Contrariamente a quanto comunemente si crede, noi non riteniamo che il sistema DIR e la configurazione hogarthiana costituiscano il miglior modo d’immergersi, ma riteniamo piuttosto che lo diventino quando vengono utilizzati e condivisi in maniera olistica. Traducendo: non possiamo considerare bravo un subacqueo capace di risolvere un’emergenza gas perché ha trovato il trucchetto migliore per impacchettare la frusta da donare ed è diventato velocissimo nell’offrirla a chi ne ha bisogno se tutto questo fa parte della sua sfera individuale. Per noi invece il vero valore aggiunto è rappresentato dal fatto che più subacquei insieme si siano allenati strenuamente a lavorare su una configurazione identica e abbiano provato mille e più volte la corretta procedura per donare/ricevere gas e uscire da qualsiasi situazione d’emergenza in maniera condivisa. Il senso di sicurezza e divertimento provato dall’effettuare immersioni con compagni che condividono le stesse attrezzature, le stesse procedure, gli stessi gas e le stesse strategie di risalita rendono difficile l’accettazione di qualsiasi altro tipo di compromesso. Chiaro quindi che chi prova ciò lo desideri poi in ogni sua immersione e diffidi di qualsiasi altro subacqueo che non sia in grado di offrire gli stessi presupposti di preparazione, consapevolezza della situazione e condivisione. Quindi nessuna forma di bullismo o elitarismo quanto piuttosto il piacere e la sicurezza di immergersi seguendo comuni regole e procedure».
Argomentato in modo interessante ed esauriente, direi. Vediamo cosa ne pensa Fabio Ruberti, che in merito ha qualcosa da dire sulla configurazione Hogarthiana, anzi in realtà la definisce “modificata”:
«Questo argomento è molto articolato ed è stato trattato esaustivamente nei nostri manuali, in particolare nel Manuale IANTD Technical Diver. Il sistema Hogarthian ha subito innumerevoli modifiche, alcune di esse codificate e, comunque, il DIR originale in Italia (e direi anche negli USA, esclusa quella ristretta cerchia che l’ha creato e che l’ha utilizzato nelle grotte del nord della Florida) non è mai stato utilizzato, inclusi coloro che si ritengono depositari (a loro dire) di tale tecnica».
Riassumendo – senza risparmiarci un pizzico d’ironia – potremmo dire che: l’empatia mette da parte il machismo, che in realtà è una invenzione di quelli che non sanno stare in acqua per una configurazione che non esiste. Divertente. Premetto: dico “divertente” perché lo spirito vuole essere questo, qui non siamo a sentenziare né a dare giudizi, ci limitiamo a riportare i pensieri dei nostri autorevoli interlocutori. Tutto qui. Come detto nel cappello della prima parte del servizio, vogliamo rendere simpatico e disteso questo confronto, lasciando ai nostri lettori la volontà di farsi una libera opinione.
Aldo Ferrucci dove si colloca la TDI in questo mercato?
«La TDI, insieme alla sorella ricreativa SDI cercano di formare un subacqueo consapevole, formandolo sotto tutti gli aspetti teorici e tecnici, adottando e aggiornando con regolarità materiali didattici e tecniche di immersione seguendo da vicini quello che la ricerca scientifica e medica sviluppa con i loro studi e ricerche. Non dimenticando mai che la subacquea è stata e deve restare un piacere, uno svago, da eseguire con cognizione di causa e conoscenze.»
Un giovanotto viene da te e ti chiede un consiglio: Aldo voglio iniziare a fare subacquea… cosa mi consigli?
«Gli consiglio sicuramente un buon corso ricreativo, non un corso da fare in due o tre giorni, ma un corso che preveda sia tecniche di apnea e acquaticità, tecniche subacquee con autorespiratore, tecniche di assistenza a un compagno in difficoltà, ma che includa sempre nozioni di biologia marina e di rispetto per l’ambiente».
Fabio Ruberti, perché la IANTD dopo essere nata per immersioni tecniche con il passare degli anni si è inserita nel mercato ricreativo?
«La IANTD non ha mai concepito la subacquea come puramente ricreativa, infatti i corsi non tecnici o avanzati sono definiti sportivi e l’attenzione alla qualità è sempre stata alta e con concettualità non esclusivamente diportista. Specifico che nella IANTD le categorie didattiche sono tre con precise caratteristiche: sportiva, avanzata e tecnica».
Dove vi collocate in questo mercato?
«I corsi di subacquea sportiva sono stati inseriti quando le agenzie ricreative, in primis la PADI, dopo aver osteggiato senza successo la subacquea tecnica, vista l’impossibilità di fermare questo sviluppo hanno iniziato a inserirsi in questo insegnamento del quale avevano sempre affermato di non interessarsi».
Direi un’ottima introduzione in attesa dei prossimi appuntamenti dove tratteremo argomenti legati alla formazione, cercando di capire se veramente può essere motivo di distanza tra subacquei. A presto.
6 Comments
Alberto Salvini
Credo che ci sia qualche errore di base.
Per tutti i corsi che prevedono uso di un Bibombola che siano IANTD o TDI è previsto l’utilizzo del sistema Hogarthiano, ho fatto ed assistito ad innumerevoli corsi tecnici e di grotta, anche a livello istruttore e la configurazione è sempre la stessa standardizzata. Se poi qualcuno la vuole cambiare a suo piacimento perchè pensa sia meglio, libero di farlo ma non sta seguendo uno standard. Vivo in Messico e credo siamo uno dei paesi con piu corsi tecnici al mondo e tutti usano il sistema Hogarthiano. Il sistema DIR o GUE è utilizzatissimo anche in Italia e Europa.
Se vogliamo essere contro il bullismo degli Istruttori dobbiamo prima di tutto dare notizie reali e non di parte.
Grazie
Gio
Grazie Alberto per la tua autorevole risposta e partecipazione.
Mi spieghi meglio cosa intendi quando dici: “notizie reali e non di parte”.
Quali sono le cose che non concordi?
Alberto Salvini
Caro Giorgio, intendo il fatto che ognuno tira l’acqua al suo mulino, spiegatemi come mai IANTD ITALIA dice che il modello Hogarthian non esiste, forse per spiegare cambi alle configurazioni fatti da loro e non utilizzati da altre parti del mondo? E ribadisco non metto in dubbio le capacita di nessuno anzi sono tutti sub con le “palle” ma credo mentano sapendo di mentire e questo non fa bene all’immagine generale della didattica stessa. TDI ha istruttori blasonati che non rispettano uno standard e addirittura lo pubblicano su facebook, come mai poi dicono di cercare la perfezione. PADI ha creato CD per il sidemount totalmente incapaci ad insegnare la materia perchè non hanno fatto un corso, gli stessi creano istruttori incapaci o sbaglio.
Non voglio essere polemico ma se parliamo di subacquea consapevole bisogna guardarsi dentro e togliersi la maschera prima di parlare, partendo da chi è piu considerato nell’ambiente per arrivare ai meno conoscuti. Io mi reputo un nessuno, ho solo un difetto l’onestà.
Gio
Alberto, non posso dire di condividere il tutto per il semplice fatto che non conosco la realtà IANTD Italia se non per la sua rilevanza storica come brand, stessa cosa vale per TDI quindi sarebbe più opportuno che i diretti interessati ti rispondessero, dando il loro contributo direttamente. Per quanto riguarda Padi, ti posso dire che in prima persona ho fatto notare a chi di dovere che avevamo una pessima immagine e che era ora, almeno per il sidemount, di togliere le bombole a croce immortalate sui vari libri e poster… Mi sembra che in questo senso si siano fatti dei passi avanti… vedremo. Per quanto riguarda il sidemount in Italia – materia che mi tocca da vicino, vedi sezione dedicata su questa stessa rivista – siamo entrati nella fase Sidemount 2.0 cercando di fare tutti del nostro meglio per apprendere dai più esperti come andare in acqua. Devo dire che ho avuto modo di conoscere dei professionisti – che tu conosci bene – che sembrano essere una garanzia per il futuro. Da loro ci sara molto da imparare.
Michele De Leo
Ciao, ritengo che alla base dell’atteggiamento da “bullo” di alcuni subacquei ci sia la volontà delle stesse didattiche ed il loro modo di porsi e di preparare gli allievi (a tutti i livelli). Intendo dire che le più blasonate, dedite più alla commercializzazione del prodotto che alla preparazione del subacqueo, hanno nel loro stesso DNA un atteggiamento arrogante che impone agli allievi un cliché da macho sin dall’inizio dell’avventura nel mondo acquatico.
Noi siamo i migliori. I diving che lavorano con noi sono da 12 palme. Noi insegniamo anche come indossare i guanti correttamente (e ti rilasciamo il brevetto… e paghi!).
Questo purtroppo fa si che ci si scontri con mondi dove il piacere di andare sott’acqua va in secondo piano. Non sono un subacqueo tecnico, lo dico sin da subito, ma ho conosciuto DIR che mi hanno sconvolto per il modo con il quale trattano i sub tradizionali ponendoli sul gradino più infimo dell’evoluzione e tecnici UTR (ad esempio) felici di introdurti al mondo della tecnica con consigli e prove di vera amicizia. Per me è la dimostrazione che anche in questo ambiente si trovano facilmente bulli e “sganassoni” ma spesso tutto parte dall’educazione e se le didattiche in primis offrono un approccio come quello citato poco sopra, continueremo a trovarci con gente sfrontata che crede di essere speciale, diving che storceranno il naso alla vista di un brevetto di una didattica che non inizi con la lettera magica e che ti chiederanno un’immersione di prova perchè dopo 847 immersioni ti sei stufato di scrivere il log book e non te lo porti più dietro.
Gio
Ciao Michele, grazie per il tuo intervento.
Stai esprimendo una tua opinione, e fino qui tutto bene, ma lo dici per vissuto o per sentito dire? Hai avuto modo di vivere delle esperienze poco piacevoli? se si dove? con chi? Quando si lancia un’accusa bisogna offrire anche all’accusato la possibilità di replica.