È in atto nel nostro Mediterraneo la maggior invasione sulla Terra. Qualcosa come mille specie aliene sono già arrivate.
È una nuova analisi internazionale ad averlo stabilito, a cura del CCR Centro comune di ricerca dell’Ue, secondo un nuovo sistema informativo approntato dalla Comunità Europea. Tante sarebbero le specie trasferitesi a vivere nel Mediterraneo dai mari esotici. Allo scopo è stata impiegata la nuova piattaforma informatica denominata EASIN – European Alien Species Information Network. Grande a questo punto è la preoccupazione per il destino delle peculiarità biologiche del Mediterraneo, in cui vivono 17.000 specie, delle quali il 20% è endemica, cioè si trova solo qui e in nessun altro mare del mondo. Da qui a ipotizzare che l’invasione degli alieni possa provocare conseguenze gravi anche sulla catena alimentare e sui servizi ecosistemici autoctoni il passo è breve e già si parla di rischi di malattie e mutazioni genetiche su flora e fauna sommerse locali. Naturalmente, la “colpa” maggiore sarebbe attribuibile… a noi stessi! Nel senso che mentre un tempo la composizione in organismi marini del nostro Mediterraneo era regolata dall’ambiente, dal clima e dalle barriere oceanografiche, oggi come oggi le attività umane hanno preso il sopravvento. Fattori come i trasporti costieri e marittimi, l’acquacoltura e l’apertura di canali di navigazione giocano il ruolo maggiore nell’influenza che si determina sulla biologia del mare.
Qualche esempio? Lo studio ha calcolato che sono circa una sessantina le specie – soprattutto alghe – introdotte accidentalmente tramite l’acquacoltura nella laguna veneta e nella Francia sudoccidentale. Mentre oltre 400 specie sarebbero quelle introdotte in Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Ovviamente c’entra anche il riscaldamento globale, alias “global warming”: le acque di Siria, Libano, Turchia, Gaza, Israele, Cipro ed Egitto si sono riscaldate parecchio negli ultimi 20 anni risultando più adatte per far sopravvivere e proliferare specie originariamente provenienti da Mar Rosso, Mar Arabico e Oceano Indiano. In questa regione, secondo lo studio compiuto usando i dati di EASIN e a parere del ricercatore CCR Stelios Katsanevakis – riportato in notizia da ANSA.it – ora come ora oltre il 40% della fauna marina sarebbe già di natura aliena.