«Perché l’apnea è più d’una abilità. È l’arte del respiro trattenuto, del tempo sospeso sussurrato alla vita. Il mare lo sa, è la sua natura. E ce la insegna. Noi che abbiamo avuto il privilegio d’impararlo possiamo così riscoprirlo a ogni tuffo.» Parola di Elena Mancini!
Di Elena Mancini
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”
Mi frullava in mente questa citazione – che credo attribuita ad Albert Einstein – quando mi son messa a comporre la breve serie di considerazioni che seguono e che avrei anche potuto intitolare «Abilità – la storia di chi alla fine ha capito cosa sono».
Quando hai 18 anni, ti senti abile in tutto anche se poi alla fine sei capace a fare poco o niente; la mancanza di paura e l’attitudine alla sfida ti fa fanno fare si tante brutte figure, ma ti fanno anche iniziare quel cammino che un giorno (ancora lontano) ti porterà ad essere abile in qualcosa.
Conosco molte persone che passano la vita ad ammirare le abilità degli altri seduti su un divano davanti a una tv, a uno stadio o in qualche tribuna di qualche palestra. Persone che vivono tutta la vita nel corpo e nelle abilità di qualcun altro. Però vi posso dire che conosco anche persone che hanno veramente delle abilità, incredibili e ammirabili, ma sono tutte persone che raramente stanno sedute su un divano.
Con gli occhi si può catturare molto, è vero, ma sta di fatto che se vuoi che il tuo corpo sappia un giorno fare qualcosa di veramente incredibile, lo dovrai stressare fino alla disperazione. Ti dovrai torturare la mente, saltare pasti, piangere e sentirti spesso incapace e questo accadrà per moltissime volte. E se poi davvero vuoi imparare bene, dovrai avere anche il coraggio di stare con chi lo sa fare molto meglio di te perché nel confronto riuscirai a vedere i tuoi difetti o i tuoi limiti per poi ricominciare a lavorarci su e migliorarti. E sarà proprio la tua capacità a metterti in discussione che ti renderà tanto più o tanto meno abile in quella cosa che stai cercando di imparare.
Questo è in breve la storia di tutti quelli che oggi possono dire di saper fare bene qualcosa e anche se non lo dicono direttamente, poi tanto sono gli altri a riconoscerglielo, ed è anche un po’ la mia storia. Tornando indietro nel tempo, ai famosi 18 anni, quando mi avvicinai al mare, capii che avevo preso una strada di dolori e che molte volte le cose mi sarebbero andate storte. E così è stato… non so ancora perché non ho mollato tutto per andare a fare i balli latini o qualsiasi altra cosa che sembrava enormemente più facile.
Chi pratica l’apnea e lo fa abbastanza seriamente lo sa cosa voglio dire quando parlo di sputare sangue, piangere dal freddo e guardarsi quel segno sulla fronte che ti lascia sempre la maschera, in ricordo di quello che c’è stato quel giorno tra te e lui e che nessuno degli altri potrà mai capire neanche se si sforza. Quelle delusioni infinite di sfide andate a vuoto, sogni volatilizzati nel nulla eccetera eccetera… Ma il mare è mare e vuole gente tenace che accetta la sconfitta; che si tiene pronta, pensa veloce ma conosce l’attesa; e che ricomincia da capo con lo stesso entusiasmo di sempre, con la stessa voglia di riprovare e con la stessa luce negli occhi.
Nel mio caso, per esempio, volevo fotografare i pesci e lo volevo fare in apnea. Il primo corso, poi il secondo e poi il terzo e molti altri ancora. E nel frattempo l’evoluzione fotografica. Ripenso a quella macchinetta analogica (la mia prima) in quello scafandro giallo. La amavo e la detestavo contemporaneamente. Non avete idea di quante centinaia di migliaia di foto sviluppate ma senza avere un soggetto che fosse rimasto nell’obbiettivo. Uno piccolo giusto per tirarmi su di morale? Niente da fare, sempre e solo sassi e alghe. Gli anni passavano, io miglioravo le mie prestazioni ma per fortuna la tecnologia faceva altrettanto e col sopraggiungere del digitale piano piano iniziavano ad arrivare le soddisfazioni. Fu pazzesca la soddisfazione di quella volta che riuscii a individuare il pesce pietra (Synanceia verrucosa) perché il difficile non è fotografarlo, il difficile è vederlo e il segreto è non avere paura. Del resto lui lo sa di essere mortale (credo) e resterà imperterrito, impassibile e immobile, statuario come una pietra, tanto se lo sfiori sei tu ad avere la peggio… definito e accertato pesce mortale ma affatto bellicoso e grande osservatore sicuro di sé.
Bella foto riuscii a scattare, ma c’era ancora tanto su cui lavorare. Vestiti da sera e tacchi a spillo? Borsette di pelle e lustrini? Macché! I miei risparmi finivano tutti lì, nella mia attrezzatura.
D’altra parte mi dava molta più soddisfazione guardare una bella foto che riuscivo a scattare a qualche strepitosa creatura piuttosto che farmi guardare dagli altri su un paio di tacchi. Poi ogni foto è come una cattura: ha una sua storia, la storia di tutta una giornata e a volte di tutta una settimana. Cogliere nel pesce la perfezione di uno sguardo, di un ordine in cui madre natura ha messo insieme i colori, o nella perfezione sincronizzata del muoversi di un banco di pesci, o addirittura di un fascio di luce che penetra potentemente quei trenta o quaranta metri di acqua portando con sé la gioia della luce… succede che quando torni a casa con quella perfezione che per tutto il giorno ti si è infilata negli occhi, piano piano ti accorgi che ti si trasferisce tutta nel cuore per renderlo dipendente.
Tornando all’incipit di questo articolo, caro lettore ti dico che essere abili è quindi il destino di chi è stato coraggioso, umile e paziente per tutta una vita, ma ho capito anche un’altra cosa: avere la capacità di scegliere di fare cosa ti piace e lasciare tutto il resto è un’altra grande abilità che tra l’altro possiedono davvero in pochi perché la maggior parte delle persone (ho notato) si lamentano di quello che fanno e si lamentano di quello che avrebbero potuto fare… che dici non è vero?
1 Comment
Flavio
Ciao a tutti coloro che amano questo sport o passione che sia.
Come nuovo membro di questo mondo sommerso conosciuto ben tanti anni fa ma solo come divertimento estivo posso dire che la mia opinione e passione è cambiata di gran lunga,e tutto questo posso dare atto a Elena Mancini grande professionista amante del mare e della natura che la circonda.
Come nuovo allievo devo dire che sto vedendo grandi progressi e tutto questo lo devo alla passione e alla serietà sia mia che del mio coach Elena Mancini.
Complimenti Elena
Flavio