«In vista dei mondiali di fotosub in Messico ho fatto un sogno in cui mi domandavo se questa disciplina – il nuoto pinnato – non fosse nata anche per emulare le eccezionali abilità natatorie di questi magnifici animali di casa a Los Islotes…»
di Isabella Furfaro
Manca ancora un po’ – solo poco – all’inizio della competizione e le nostre immersioni si susseguono. Meta prefissata nella seconda e quarta giornata di permanenza a La Paz, è un luogo in cui vive una colonia di Leoni marini chiamato Los Islotes.
“The seal” è, infatti, uno dei cinque temi previsti dal regolamento del campionato ed è forte la curiosità che anima tutti noi da qualche giorno. Ci rechiamo così a visitare Los Islotes, località tra l’altro quasi sicuramente fra quelle selezionate dalla Federazione quale campo di gara.
Entriamo in acqua e la prima parola che mi viene in mente per definire il mio stato d’animo è: “estasi”! Decine di leoni marini scivolando dagli scogli, ci vengono incontro, ci ruotano intorno, nuotano accanto ai subacquei e agli snorkelisti!
Sembra di essere entrati nel mondo dei cartoni della Disney. I cuccioli, venendoci incontro con atteggiamento curioso e di innocente sfida, afferrano qualsiasi cosa susciti il loro interesse: pinne, cavetti delle macchine fotografiche, cinghiaggi delle bombole.
Sin dal momento in cui la nostra barca si era avvicinata agli scogli dove, indisturbati, giacevano i leoni marini, resto colpita dai loro rumorosi versi e, in particolare, dal profondo respiro emesso nel tirar fuori il capo dall’acqua per poi
immergersi nuovamente. Un respiro intenso e potente simile a quello del nuotatore nell’eco di una piscina.
Se goffi e impacciati nel muoversi sulla terraferma, in acqua i leoni marini esibiscono uno strabiliante stile natatorio, velocissimo ed elegante che richiama lo stile della disciplina del nuoto pinnato, sport che amo particolarmente.
Sull’onda di queste suggestioni sono andata a leggere … il nuoto pinnato nasce nella metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, non solo come conseguenza del fatto che nella seconda Guerra mondiale le pinne venivano usate per le operazioni di sabotaggio delle navi nemiche nei porti italiani… Poi HO FATTO UN SOGNO in cui mi domandavo: “ma questa disciplina non nasce, forse, anche dalla volontà umana di emulare questi splendidi mammiferi nei loro movimenti fluidi, efficaci, eleganti – che non appartengono solo ai delfini – e che con le loro particolari pinne ricordano il bipinna e il monopinna utilizzati proprio nel nuoto pinnato?”
Continuando a osservare questi splendidi esemplari di leoni marini, mi viene spontaneo pensare a quelle persone che hanno difficoltà a muoversi in modo fluido e disinvolto sulla terraferma, chissà che non riescano a muoversi in acqua in maniera più fluida e disinvolta, come del resto diverse volte mi è capitato di notare nella mia esperienza di istruttore subacqueo.
Perché non rubare, allora, qualche segreto a questi particolarissimi mammiferi?
5 Comments
LUCIA ONORI
Bravissima subacquea, bellissima modella, bravissima scrittrice e carissima amica.
Lucia ONori
Isabella Furfaro
Grazie a te dolcissima e carissima Lucia,
con affetto,
Isabella
antonio
Ciao Isa,
nella foto sei venuta molto bene. Dalla espressione che hai sembri particolarmente soddisfatta.
Non so quali segreti vorrai o potrai rubare a quegli splendidi cuccioli di cui scrivi per nuotare al meglio e nel modo più armonioso ed efficace anche per la gara che ti attende, ma provo a proporti un ‘altra prospettiva.
Penso che circondati e avvicinandosi a te forse anche loro volevano prendere o semplicemente “scambiare” qualcosa con te.
Qualcuno ha scritto che “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nel guardare con nuovi occhi”
Ancora un grande IN BOCCA AL LUPO.
Isabella Furfaro
Carissimo Antonio,
grazie per le tue considerazioni e per l’in bocca al lupo!! Colgo a pieno i tuoi suggerimenti e aggiungo alle tue osservazioni che, in effetti, l’interazione arricchisce sempre entrambe le parti, in particolare quando questa avviene tra esseri umani…
un abbraccio, Isabella
Giuseppe Polverini
Cara Isa leggendo il tuo articolo sui leoni marini è come se mi trovassi anch’io li insieme a voi. Grazie per avermi fatto sognare per qualche minuto.