Un viaggio su queste isole regala a tutti esperienze naturali straordinarie. Subacquee e anche di molti altri tipi. Se seguite il nostro invito a orientare la vostra prua nella loro direzione, aspettatevi pure il top. E poi fateci sapere com’è andata.
Di Isabella Furfaro. Foto subacquee di Cabo Verde Diving. Foto esterne Sofia Dario e Isabella Furfaro.
Quale sarà la meta del nostro prossimo tour? Dopo un’attenta ricerca svolta insieme ai miei compagni di viaggio, con un comune sguardo sul mappamondo per individuare luoghi in cui potersi immergere e una successiva indagine sui siti web, la nostra scelta ricade con entusiasmo e curiosità sulle isole di Capo Verde (Cabo Verde). Diverse volte avevamo valutato l’opportunità di visitare questo arcipelago ma l’idea, per vari motivi, non era stata ancora realizzata; eppure trattasi di meta non particolarmente dispendiosa, non difficile da raggiungere, fantastici fondali, dunque, un’eccellente luogo dove trascorrere una settimana di meritate ferie! Ma si sa, così vanno queste cose: il momento giusto arriva quando arriva, ed è quello in cui si comincia a leggere la prima pagina di un libro che magari avevamo da tempo, o ci si trova finalmente a prenotare un biglietto aereo per quella partenza fin lì solo immaginata.
Situate nell’Oceano Atlantico, a circa 500 km dalle coste africane del Senegal, compongono un arcipelago di dieci isole vulcaniche, originariamente portoghesi. La storia narra che Cristoforo Colombo vi sbarcò al rientro dai suoi viaggi. Dal 1975 Capo Verde ha conquistato l’indipendenza diventando la Repubblica di Capo Verde. La meta della nostra vacanza è l’isola di Sal.
Lingua ufficiale è il portoghese ma quella parlata è, in prevalenza, una lingua creola di base portoghese. Molti fra gli abitanti di Sal comunicano con i visitatori utilizzando l’inglese, l’italiano, lo spagnolo e il francese. Mi dicono che tale versatilità linguistica ha origine dalla costante e numerosa presenza di turisti che, ormai da molti anni, scelgono quest’isola quale meta delle loro vacanze.
Ci “immergiamo” sin dal primo giorno fra i quartieri dell’isola, partendo dal nostro delizioso e accogliente bed & breakfast, il Sakaroule. Situato a pochi minuti dalla spiaggia, è gestito da Sara, un’italiana che ci accoglie amichevolmente e ci fornisce utili informazioni e preziosi consigli sull’isola che iniziamo a scoprire attraverso un giro in bicicletta. La potenza dei raggi solari è intensa ma attenuata dalla brezza che soffia quasi sempre e che non tarda a segnare la nostra pelle non ancora sufficientemente riparata.
Il molo, situato nel mezzo della bellissima spiaggia di Santa Maria, è il fulcro da cui si irradia ogni attività: qui viene venduto il pesce quotidianamente pescato ed è pure il luogo in cui le guide del posto intercettano i turisti per offrire loro supporto nella visita dell’isola. Dal molo partono anche le imbarcazioni dei diversi diving per dirigersi nei vari siti di immersione. L’alternativa è il semplice godersi le splendide acque cristalline e il sole, distesi sulla soffice spiaggia di sabbia bianca, alternativa che ci cattura solo per poche ore della giornata poiché scegliamo naturalmente di perlustrare i fondali dell’isola.
Cerchiamo di individuare quali sono le mete subacquee “da non perdere” grazie a uno dei diving locali e contattiamo Fabrizio e Romina, gentili e cordiali istruttori che ci accolgono nel loro attrezzatissimo Centro.
Sono decine i subacquei che giornalmente si immergono a Sal, isola di recente riscoperta dagli europei quale meta per le immersioni. Sal in alternativa è conosciuta prevalentemente per gli sport legati all’ “utilizzo” del vento che vi soffia in gran parte dell’anno e per le sue saline, ora in disuso ma trasformate in meta turistica.
Scopriamo un mondo sommerso che definire “affascinante” è davvero il minimo, dove le correnti e la natura vulcanica contribuiscono alla diffusione e alla proliferazione delle differenti forme di vita: atlantiche, mediterranee, tropicali, una biodiversità eccezionale di cui sono intrisi tutti i fondali dell’isola. Non sono solo gli incontri con le tartarughe – che da giugno a dicembre giungono a Sal da tutto l’Atlantico per riprodursi – a rendere entusiasmanti le immersioni sia per dei subacquei esperti che per dei principianti ma trigoni, aragoste e nudibranchi nonché i giochi di luce delle grotte vulcaniche, bagliori multicolore che s’intrecciano tra i fondali fino a raggiungere la superficie, come nel caso del Blue Eye. Un continuo, intenso contrasto di chiaro-scuri in mezzo ai quali si aprono allo sguardo esplosioni di forme di vita d’ogni tipo.
Con l’avvicendarsi delle stagioni cambia anche l’obiettivo dei subacquei che durante il periodo estivo e fino a novembre hanno la possibilità di incontrare i grossi pelagici, compresi squali balena e mante, mentre d’inverno, con un pizzico di fortuna, è possibile assistere al passaggio delle megattere.
Non mancano neppure i relitti a Sal: il KWARCIT-Boris, relitto di origine russa, affondato nel 2006, dove si sono insediati trigoni, carangidi, squali nutrice, crostacei, nudibranchi e frog fish, nonché la “Caldaia” sito con i resti di una imbarcazione naufragata nei primi anni del 1900.
L’isola ci affascina ogni giorno di più. Una settimana non è sufficiente per poter scoprire tutto visto che il nostro tour prosegue alla scoperta anche delle altre opportunità dell’isola.
“C’è sempre vento…” qualcuno esclama! Ed è il vento il motivo che trascina turisti sportivi, provenienti da tutto il mondo a Sal, con l’obiettivo di affrontare le onde dell’isola con kitesurf e surf.
Raggiungiamo la spiaggia di Kite Beach, spiaggia dedicata interamente al kitesurf dove il vento soffia in modo tale che dal mare si possa fare sempre rientro verso terra, in qualsiasi condizione.
Dopo essere stata ore a Kite Beach a osservare allievi principianti e atleti esperti e le coraggiose, intraprendenti gesta della mia giovane e fantastica amica alle prese con uno dei magici giganteschi aquiloni, sono spinta a fare un tentativo e mi faccio coinvolgere da questa nuova situazione.
Le giornate scorrono veloci a Sal, allietate dalla gentilezza ed ospitalità degli abitanti del luogo. Ci divertiamo nell’assistere alle loro danze improvvisate in spiaggia, nell’ascoltare la musica degli artisti locali, fra tamburi e strumenti artigianali, alcuni dei quali richiamano le note della famosa cantante capoverdiana Cesária Évora e, infine, a cena, negli ottimi ristorantini del posto.
Al rientro in Italia, nel caos quotidiano della grande città, alla guida della mia auto e non più del quad, il veicolo da noi utilizzato per visitare l’interno dell’isola, mi riprometto di affrontare le mie giornate all’insegna del motto adottato dagli abitanti dell’isola di Sal: “no stress”.
1 Comment
Laura Pallotta
“No stress”…..e proprio una profonda sensazione di armonia trasmette questa piacevolissima lettura!