È il mare dei misteri e dei segreti quello che si può visitare intorno all’isola di Ustica. Eccone dunque una mappa d’autore, di quelle per veri intenditori.
A cura di Marco Mori
Il mare di Ustica, con il suo blu profondo, ha un richiamo irresistibile, capace di risvegliare antiche passioni. Mentre aspettiamo il volo di ritorno verso Genova, i ricordi delle immersioni e delle meraviglie sommerse si affollano nella mia mente, come un’eco che non smette di risuonare. È stato un viaggio che ha evocato l’epica impresa di Ulisse, un’avventura tra i misteri del mare e la ri-scoperta di me stesso.
Immagina di trovarti davanti alla Grotta dei Gamberi, immerso nel silenzio ovattato del mare, circondato da un vortice di colori e vita marina. Come Ulisse, mi sono avventurato in un’odissea personale, dove ogni immersione era un passo verso una connessione più profonda con il mondo e con la mia essenza. In uno di questi momenti, tra il fluire delle correnti e i riflessi dorati della luce filtrata dall’acqua, mi è parso di scorgere una figura eterea, quasi onirica. Era la Maga Circe, la stessa che Ulisse incontrò nei suoi viaggi.
“Benvenuto, viaggiatore del mare,” ha sussurrato Circe, con una voce dolce e avvolgente come la corrente che mi cullava. “Tu Marco Non sei diverso da Ulisse. Anche tu cerchi qualcosa, anche tu sei in fuga e allo stesso tempo attratto da questo mondo misterioso.” Sorrideva, sapiente e paziente, come chi conosce i segreti dell’anima. “Che cosa speri di trovare qui, tra queste acque profonde?”
Il mio sguardo vagava tra i pesci colorati e le rocce scolpite dal tempo. “Ho perso qualcosa dentro di me,” ho risposto, “una passione che un tempo mi bruciava dentro. Ustica, con la sua bellezza, mi ha fatto ritornare la voglia di fotografare. Mi è bastato questo per ritrovare il mio percorso.”
Circe annuì, compiaciuta. “Il mare ha questo potere, di riportarci a noi stessi, di farci vedere con occhi nuovi. Non dimenticare mai ciò che hai scoperto qui, perché è parte di te. Come Ulisse, non lasciare che il desiderio di andare oltre ti faccia perdere di vista ciò che hai già trovato.” E con queste parole, la sua figura si dissolse tra le onde, lasciandomi con una consapevolezza nuova e profonda.
Il richiamo di Ustica inizia dal porto, dove subacquei di tutte le nazionalità si preparano per un giorno di esplorazione subacquea. L’attesa, il controllo meticoloso delle attrezzature e il rituale della preparazione creano un’atmosfera di frizzante eccitazione che anticipa le meraviglie che ci attendono. Ogni dettaglio, dalle mute coloratissime al check sull’equipaggiamento di emergenza, è curato con precisione, perché ogni immersione è una nuova avventura da affrontare con consapevolezza e sicurezza.
La navigazione verso i siti di immersione è un momento di condivisione e preparazione. Le conversazioni a bordo spaziano dalle esperienze personali alle aspettative per l’imminente esplorazione. È qui che si rafforza la comunità dei subacquei, uniti dalla passione per il mare. Quando finalmente ci immergiamo, il mondo sommerso si rivela in tutta la sua bellezza e diversità, offrendo uno spettacolo che va oltre ogni immaginazione.
La Grotta dei Gamberi, lo Scoglio del Medico, la Secca della Colombara, la Punta dell’Arpa, la Grotta della Balena, Secchitello, Punta Falconara: ogni immersione è un capitolo di questa odissea moderna. La Grotta dei Gamberi, con le sue pareti ricoperte da parapandali e spugne, ci avvolge in un abbraccio sottomarino, mentre le musdee ci osservano curiose. Lo Scoglio del Medico, con i suoi canyon e percorsi tortuosi, offre rifugio a cernie e altre creature marine, creando un paesaggio sottomarino che sembra raccontare antiche leggende. La Secca della Colombara, con i suoi grandi pinnacoli e la danza dei barracuda, è uno spettacolo di sincronizzazione e bellezza che rimane impresso nella mente.
Tra tutte, l’immersione a Secchitello rimane impressa in modo speciale. “Hei, puffi, se domani non fate i dormiglioni, vi porto alle 7 sulla secca di Secchitello a vedere il falso corallo nero. Ci sono dei rami stupendi!” Così ci chiamava Damiana, con affetto e un pizzico di ironia, per via delle nostre mute blu. E come potevamo rifiutare una proposta così? La mattina seguente, mentre Ustica ancora dormiva, il mare era già nostro. Un innaturale silenzio regnava nel paese, e mentre l’isola si svegliava, noi eravamo già pronti per partire.
Il mare era calmo come un lago, l’acqua liscia e trasparente rifletteva il sole che iniziava a illuminare la costa sud dell’isola. Era il momento perfetto per l’immersione. Ci prepariamo con cura, ogni movimento un rituale che precede l’esplorazione di un mondo che ci affascina e ci attira sempre più in profondità.
Poi giù nel blu, una discesa libera e avvolgente che ci portava sempre più vicino a quell’ignoto affascinante. A 35 metri di profondità, finalmente, lo vediamo: il primo ramo di Savalia savaglia, maestoso e dorato, come un guardiano silenzioso del tempo. Il suo colore contrastava con il blu intenso dell’acqua, creando uno spettacolo di bellezza senza pari. Ogni movimento dell’acqua faceva brillare quei rami, quasi fossero ricoperti di oro liquido.
Non ci fermiamo lì, la curiosità ci spinge a cercare altri rami. Ci muoviamo tra pinnacoli e pareti verticali, scendendo fino a 48 metri, esplorando ogni angolo di questo giardino sommerso. La luce del sole, filtrata dall’acqua, creava giochi di colori che danzavano intorno a noi, riflettendosi sulle rocce e sui coralli. È un mondo diverso, fatto di silenzio e di vita, dove il tempo sembra fermarsi.
Il silenzio dell’abisso ci avvolge, mentre ci muoviamo tra questi giganti del mare. Ogni ramo di Savalia savaglia è una scultura naturale, un’opera d’arte che il mare ha plasmato con pazienza nel corso dei secoli. Ogni dettaglio è perfetto, e noi, piccoli esploratori in questo vasto mondo, siamo testimoni di una bellezza che pochi hanno la fortuna di vedere.
Il ritorno in superficie è una sensazione di soddisfazione pura. Da un lato, la gioia di aver vissuto qualcosa di unico, dall’altro, la consapevolezza che quel mondo rimarrà lì, nascosto sotto la superficie, aspettando di essere riscoperto ancora e ancora. E mentre ci togliamo le attrezzature, il sole è già alto, Ustica si è svegliata, e noi sorridiamo, sapendo di aver vissuto un’esperienza che ci porteremo sempre nel cuore.
Ogni immersione è una scoperta, un viaggio che ci avvicina alla natura e risveglia in noi una nuova consapevolezza. Il ritorno alla realtà, mentre ci prepariamo a lasciare Ustica, è dolceamaro. I ricordi delle immersioni continuano a riaffiorare, e il richiamo del mare rimane con me, promettendo nuove avventure e scoperte future. Ustica non è solo un luogo da esplorare, ma un’esperienza che trasforma e arricchisce.
L’isola stessa, con la sua terra aspra e arsa, evoca un’energia primordiale. La terra nera, battuta dal sole, è un paesaggio di contrasti, dove l’odore del mare si mescola con quello della terra, e il vino Zibibbo, con le sue note agrumate e salate, racconta storie di una terra che non si arrende mai.
Concludo questo viaggio con un ringraziamento speciale a Damiana, Sara, Chiara, Angelo e tutto lo staff di Lustrica Diving. Grazie a voi, ho riscoperto la gioia della fotografia subacquea e ho vissuto un’esperienza che porterò sempre con me. Queste foto sono state scattate a Paola, paziente modella e compagna in questa avventura. Ustica è stata molto più di una destinazione; è stata il luogo dove ho ritrovato la mia passione e il mio legame con il mare.