…di dire e modi di fare. Ma, al dunque, “fare o non fare, non c’è provare”! E MareNordest in questa sua 13^ edizione ha mostrato al mondo della subacquea e delle scienze e tecnologie del mare tutta la concretezza e la maturità del “fare” per una manifestazione culturale diventata unica nel suo genere. Eccone la cronaca che già proietta verso ulteriori, future aspettative.
A cura di Romano Barluzzi. Foto di Giuseppe D’Iglio, Claire Beaux e MNE.
Si dice che i numeri siano aridi e che solo qualche volta parlino davvero. Ebbene, di certo questa è una di quelle volte! Lo ha ricordato lo stesso General Manager della società sportiva dilettantistica Mare Nordest organizzatrice di questo autentico Festival culturale, Roberto Bolelli:
«Otto Nazioni coinvolte, due Accademie e quattro Università, di cui tre italiane e una sudafricana; centoventi tra conferenzieri, atleti e ospiti; ottanta bambini e ragazzi per i progetti educativi, un evento nell’evento; settecento metri quadrati di stand; quarantotto contributi a vario titolo tra patrocini, collaborazioni, partenariati e sponsor; una conferenza – con ben otto relatori, di cui due in video-collegamento, insomma un autentico convegno interno al Festival – interamente dedicata allo “Scuttling”. Tutto ciò (e il molto altro che si potrebbe andare avanti a ricordare) costituisce la conferma di quello che abbiamo sempre pensato fin dall’inizio di questa grande avventura cominciata ormai 13 anni fa, ovvero che Trieste potesse assurgere al ruolo di punto di riferimento per il mondo della cultura del mare e della subacquea. Un doveroso ringraziamento va quindi a chi ha creduto e continua a credere in noi, in primis le Istituzioni. Ringraziamo pertanto il Ministero dell’Ambiente per il suo patrocinio, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune che co-organizzano l’evento. Un ringraziamento particolare va infine agli sponsor privati e istituzionali e ai Consolati di Slovenia e Croazia che sono stati fondamentali per l’organizzazione dell’evento sportivo transnazionale “Traversata delle Tre Nazioni”, percorso di nuoto di gran fondo e in quanto tale simbolo esso stesso dello slogan di quest’anno: “Un mare senza confini”».
Anche per questa edizione 2024 Mare Nordest ha proceduto in stretto affiancamento con l’AISTS Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee che, per il terzo anno consecutivo, ha portato a Trieste la Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee e la Cerimonia di conferimento del Premio Tridente d’Oro e dell’Academy Award.
Quest’anno, tale prestigioso Premio è stato conferito collegialmente dal Consiglio Direttivo dell’AISTS, per mano del Presidente dell’AISTS Paolo Ferraro e del Direttore Edoardo Pavia a: Andrea Alpini, esploratore che ha effettuato spedizioni subacquee su vari relitti tra cui quello dell’Andrea Doria…la sua relazione ha costituito uno dei momenti in assoluto più coinvolgenti dell’intero Festival; Marco Anzidei, biologo che ha coordinato numerosi progetti di ricerca volti allo studio interdisciplinare dei fondali marini e della fascia costiera; Josè Garcia March, Direttore scientifico e Ricercatore principale del Gruppo di Biologia Marina dell’Università Cattolica di Valencia – Spagna – specializzato nello studio della Pinna nobilis; Edoardo Tortorici, archeologo subacqueo di notorietà mondiale e Presidente dell’Istituto Italiano di Archeologia Subacquea – IIAS; Adriano Penco, fotografo subacqueo di grande spessore artistico e fama internazionale; e François Sarano, oceanografo, subacqueo professionista, capo spedizione ed ex consigliere scientifico del comandante Jacques Cousteau con il quale ha partecipato a una ventina di spedizioni a bordo della leggendaria “Calypso”.
Per quanto riguarda invece il Premio Academy Award 2024 esso è stato conferito a SUEX S.r.l. “The Exploration Company”. Distintasi per lo studio e la ricerca continui intorno alla produzione di veicoli “trascinatori” in immersione, praticamente i cosiddetti “scooter per sub”, sia di ambito civile che militare, senza i quali tutta una certa gamma d’immersioni oggi non sarebbe possibile. Un’autentica eccellenza nel settore!
Dicevamo anzitutto dello Scuttling, il cui incontro a tema s’è rivelato un appuntamento davvero di alto profilo. Com’è ormai noto, trattasi del progetto di posizionamento controllato sul fondale marino – in zona e a profondità prescelte con accuratezza scientifica – di moduli navali opportunamente bonificati al fine del ripopolamento della flora e della fauna subacquee in zone ad alto impatto antropico e non altrimenti valorizzate dal punto di vista ambientale e naturalistico. L’operazione si integra magnificamente nel più generale progetto del Parco Navale di Trieste e il tutto è stato illustrato con dovizia di particolari giuridici in primis da parte di Alberto Pasino, nome illustre dell’Avvocatura del settore del diritto della navigazione e dei trasporti. Una volta autorizzata l’intera operazione – con tutto quel che comporta, a cominciare dalla bonifica del naviglio dismesso da affondare – ciò che ne risulterà sarà la creazione di un artificial reef in grado di offrire agli esperti del settore un laboratorio vivente e agli appassionati di subacquea un nuovo teatro ambientale per avvincenti escursioni naturalistiche nella massima sicurezza.
Soltanto all’incontro sullo Scuttling hanno preso parte – oltre al già citato Avv. Pasino – anche altri 7 relatori, tra i quali: la biologa marina di origini pordenonesi e laureatasi a Trieste Sara Andreotti, dall’università di Stellenbosch in Sudafrica, dove vive e lavora dal 2009 studiando in particolare il rapporto con i grandi squali bianchi Carcharodon carcharias; con la sua relazione ha incantato il pubblico tracciando un parallelo fra alcune acquisizioni scientifiche osservate in Sudafrica nella messa a punto di barriere anti-squalo a base di magneti eco-compatibili, il ripopolamento faunistico che inducevano e gli analoghi processi che è possibile innescare negli artificial reef in seguito ad attente valutazioni d’impatto ambientale e bonifiche preliminari dei manufatti artificiali da affondare; tutto ciò a dimostrazione evidente delle prospettive più che positive per l’ambiente cui si va incontro con operazioni di Scuttling correttamente eseguite, a vantaggio di tutti. L’Ing. Alberto Marinò, professore ordinario in Costruzioni e Impianti navali e marini presso il dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste, il cui intervento è stato incentrato sulle tecniche di affondamento guidato dei moduli navali obbiettivo di artificial reef nonché sulle metodologie di bonifica e allestimento preliminare con cui è necessario e fattibile prepararli nel modo più adeguato. Il Capitano di Vascello Luciano Del Prete, Direttore Marittimo del Friuli-Venezia-Giulia e Comandante della Capitaneria di Porto di Trieste, ha manifestato piena disponibilità nel recepire la volontà comune di addivenire alla realizzazione di un’operazione di Scuttling nell’ambito del già esistente Parco Navale di Trieste. L’Assessore all’Ambiente ed Energia della Regione Autonoma Friuli-Venezia-Giulia Fabio Scoccimarro, lui stesso subacqueo, che ha ricordato da quanto tempo segue con vicinanza e condivisione nei suoi precedenti incarichi politico-amministrativi comunali e provinciali la crescita di Mare Nordest, in special modo per la questione Scuttling, la cui “buona causa” di sviluppo sostenibile egli ha oggi l’opportunità di perorare di persona direttamente presso il Ministero di competenza. In video-collegamento esterno hanno inoltre partecipato: il subacqueo Carmelo La Rocca, rappresentante per la Sicilia dell’associazione HSA Italia – Handicapped Scuba Association sulla disabilità in acqua, che nel notare quanto il termine artificial reef sia molto più calzante e privo della cupezza dei richiami bellici rispetto a Scuttling (in origine infatti si definiva così l’autoaffondamento della flotta da battaglia in porto, sia per non farla cadere in mano al nemico sia per ostruire e rendere impraticabile un’area portuale strategica-n.d.r.) ha sottolineato quanto oggi possa creare di fatto una palestra naturalistica ottimale per la fruizione dei subacquei portatori di disabilità. Il che ha permesso di ricordare come anche un’altra associazione di categoria, ASBI, ultra-specializzata nell’accompagnamento di subacquei non vedenti, abbia creato da anni perfino un riconoscitore subacqueo in Braille per la perlustrazione dei relitti capace di far identificare al non vedente e alla sua guida oltre 60 parti componenti di navi e aerei sommersi! Un messaggio globale di inclusività concreta che è ricorso anche in diversi altri momenti di Mare Nordest…segno dell’attenzione anch’essa tangibile a un approfondimento non certo di poco conto! Per l’altro relatore in video-collegamento – il settimo dell’incontro – si è trattato di Francesco Comotti, Evolution Tourist Marketing, Promoter FVG TDH – Ministero del Turismo, che ha rimarcato come il progetto di Scuttling per il Parco Navale di Trieste, per l’intero omonimo Golfo e per tutto il Nordest Adriatico sia un’impresa di rilevante interesse sociale, economico e culturale capace di creare attrattiva turistica nel totale rispetto dell’ambiente. Come dire che nel momento in cui si fa un gran parlare di “Blu-economy” non si ha pienamente idea di quanto ne abbiamo l’opportunità proprio sotto gli occhi! Si è inoltre registrato un ottavo intervento in presenza, sebbene non calendarizzato, ma comunque di peso e in spontaneità: Alberto Vialetto, rappresentante di ASSO-Sub, ha esposto una propria relazione di sintesi per esprimere pieno appoggio al programma Scuttling di Mare Nordest, compreso l’invito al prossimo EUDI Show – che non si terrà nell’anno in corso bensì nei primi mesi del successivo 2025-n.d.r. – ove poterne riparlare oppure per salutare e festeggiare da lì l’evento Scuttling, se – come tutti speriamo! – sarà già potuto avvenire.
Ma oltre alle edotte relazioni dei nuovi Tridenti d’Oro dell’Accademia e agli interventi della ricca conferenza stampa sullo Scuttling, ci sono stati svariati altri momenti di Mare Nordest a rapire il cuore dei partecipanti, tra ricostruzioni storiche, esplorazioni scientifiche e osservazioni naturalistiche.
Per esempio il batiscafo da esplorazione scientifica Alvin, una sorta di navicella per l’Idrospazio dai richiami quasi astronautici. Il prof. Donato Giovannelli microbiologo e docente universitario della Federico II di Napoli, con all’attivo più missioni di ricerca sull’Alvin e autore perfino di podcast su piattaforma RAI dove racconta dal vivo i momenti in cui il sottomarino giunge su fondali di basalto “a specchio nero” a oltre 2.500 m di profondità, o le incredibili biocenosi intorno alle “black-smokes” sulle dorsali transoceaniche, ha trasmesso tutto il senso del trovarsi protagonista dentro ciò che di più simile al viaggio cosmico su un altro mondo abitato si possa immaginare. E non si tratta di una pura astrazione: le scoperte che questo prodigioso veicolo abissale ha consentito di mettere a segno in campo biologico hanno indotto a riconsiderare la possibilità della presenza della vita – anche di quella come noi la intendiamo – su altri pianeti dove molti elementi lasciano pensare che ci siano condizioni ambientali similmente estreme, tipo Encelado, una delle lune di Saturno; o Europa, uno dei satelliti di Giove! (Per chi volesse approfondire quest’ultimo aspetto di un plausibile collegamento tra la vita in fondo ai nostri oceani scoperta con l’Alvin appena nel 1977 e la possibile presenza di condizioni simili su altri pianeti prima ritenuti inabitabili, consigliamo questo video del divulgatore scientifico Amedeo Balbi: https://www.youtube.com/watch?v=RLb2_WeBkDo )
La cosiddetta “Impresa di Alessandria (d’Egitto)”, esposta a cura degli esperti Ugo Gerini, Arianna Somma e Giulio Marceglia, ha permesso di divulgare i dettagli e molti retroscena dell’intero svolgimento di un’azione bellica divenuta leggendaria tra quelle del secondo conflitto mondiale. La ricostruzione di ciò che furono in grado di fare sei sommozzatori italiani a cavallo di tre mezzi d’assalto subacquei – i celeberrimi SLC-siluri a lenta corsa, alias “maiali” – a partire dalla stessa pianificazione, quel loro mix di competenze, abilità, inventiva e ardimento, fa restare ancor oggi sbigottiti e sarebbe tutt’ora un’ottima base per la sceneggiatura di un film della serie “Mission: impossible”. Con la differenza che i film sono rappresentazioni di fantasia mentre quella fu – e resta – storia vera!
“Sciré” si chiamava il sommergibile che fu impiegato per veicolare indenni quegli SLC e i loro tre equipaggi fin nei pressi dell’area target ad Alessandria d’Egitto, in modo che potessero proseguire poi autonomamente verso i bersagli inglesi nel porto. Ebbene, quel sottomarino è diventato a sua volta un nome leggendario – riassegnato oggi a uno dei quattro più moderni sottomarini in dotazione alla MMI Marina Militare Italiana – e giace in fondo al mare davanti alla rada di Haifa (Israele), dove fu affondato tempo dopo la famosa impresa di Alessandria durante un’altra azione. È da anni oggetto di immersioni, rilievi e studi dettagliatissimi da parte soprattutto di Fabio Ruberti con il suo team IANTD – autore anche di un bellissimo libro illustrato in merito – che più di recente ha visto unirsi a lui il Contrammiraglio Francesco Chionna, a sua volta a capo del ComSubIn (Raggruppamento Comando Subacquei e Incursori) dal 2013 al 2015 allorché partecipò alla messa in sicurezza del relitto dello Sciré. Questa abbinata di super esperti e appassionati della preservazione in situ del battello è oggi ferma promotrice del “Progetto di tutela del relitto del sommergibile Sciré” – illustrato nel loro intervento a MNE – che mira con determinazione all’obbiettivo di far decretare la zona quale “sacrario alla memoria” dei caduti italiani a bordo, secondo un’intesa interstatale Italia-Israele!
Molti altri sono stati gli incontri pubblici promossi in Mare Nordest 2024, ci sarebbe da dilungarsi forse troppo a volerli rappresentare tutti nel loro svolgimento, ma siamo certi che già la loro citazione basterà a far immaginare quale sia stato il rilievo che hanno avuto. Come la conferenza dal titolo “Uno sguardo sotto il nostro mare”, di Sara Kaleb e Lorenzo Lucia; in appendice a questa, per tornare al tema dell’inclusività sociale, con il contributo anche del Lions Club Trieste Europa, l’esposizione del progetto di “Restauro delle foreste marine” dedicato alle incredibili esperienze in acqua con ragazzini affetti da Disturbi dello Spettro Autistico; la presentazione del Progetto europeo “NAMIRS” a cura della Capitaneria di Porto di Trieste; le iniziative legate al programma di “Salvaguardiamo il nostro mare: EDT Europe Direct Trieste”; l’illustrazione del “Progetto 777 – Ship Tecnical Service” (con l’esposizione permanente di un’imbarcazione da diporto il cui scafo è completamente riciclabile!); la grande Fotografia subacquea e l’agonismo internazionale del settore fotosub, con due personaggi del calibro di Michele Davino e Elena Piccoli; la “Fari d’Italia RIB Experience” con lo special guest di MNE, il gommonauta siciliano Sergio Davì e più in generale i suoi racconti adrenalinici delle avventurose traversate oceaniche compiute con speciali gommoni supermotorizzati; l’ARPA – Agenzia regionale per l’Ambiente del FVG ha trattato di “Competenza e strumenti dal meteo al clima” con Arturo Pucillo, oltre ad esporre in proprio stand interno; Marco Montagnani è stato autore di una doppia, affascinante trattazione: “Parleranno le pietre” e “Il Conte Rosso” (sullo storico, tragico affondamento del piroscafo italiano, il cui relitto non è ancora stato individuato…); la presentazione della rivista illustrata “Nord Adriatico Magazine”, tra i media-partner di MNE.
Un tratto di considerazione a sé merita la presentazione della neo-rinata testata giornalistica storica tra quelle che furono le grandi riviste subacquee illustrate d’un tempo: oggi si chiama “Il Mondo Sommerso”. A MNE così è stato possibile ripercorrere la loro storia, i come e i perché dell’esaurirsi di un ciclo che ne ha determinato la (quasi totale) scomparsa e cosa significhi oggi il riapparire di un nome antico ma con la sostanza di un nuovo prodotto cartaceo del settore, dopo oltre un decennio. Un’opera che è in realtà un “annuario”, con le caratteristiche più del libro da collezione che della rivista da ombrellone, fatto ad arte e con certosina cura, non per un’operazione nostalgica ma perché diventi un “giornale di bordo” in cui fermare il tempo di quella che è all’attualità la situazione sulle scienze e le tecniche del mare, sulla risoluzione dei suoi problemi, sulle prospettive di progresso sostenibile che sono alla portata delle conoscenze più aggiornate del genere umano ma che transitano tutte dalla cura che sapremo prenderci dei nostri oceani. È significativo – e chiude un po’ il cerchio del discorso – che quasi tutti gli autori del primo numero relativo all’intero 2023 siano Tridenti d’Oro dell’AISTS e che l’Accademia stessa abbia dato alla rivista il proprio patrocinio. Un’anticipazione è stata data per conto di “5Terre Accademy” che ha rieditato la rivista: “Il Mondo Sommerso” sarà presentato anche il prossimo 2 luglio martedì presso i locali del Senato della Repubblica, in Roma, nella Sala Caduti di Nassirya.
Dulcis in fundo, a sorpresa – era stata solo un po’ spoilerata il giorno stesso della conferenza stampa di presentazione di MNE 2024 – la partecipazione di Valentina Cafolla, giovane atleta apneista d’origine croata, che di recente ha stabilito un doppio record mondiale di immersione in apnea sotto i ghiacci, sia in monopinna che con le due pinne, in un lago alpino italiano, coprendo la prodigiosa distanza di 140 m lineari under ice nel monopinna! “Il riconoscimento speciale creato per lei, la sua determinazione e simpatia, il suo successo, ci spingono già da adesso a implementare la prossima edizione di MNE 2025 di ancor più eventi di rilievo sportivo!”, ha anticipato in proposito per l’occasione il patron di MNE Roberto Bolelli.
L’aspetto divulgativo-educativo a tema ambientale è stato garantito come e più di sempre dalla presenza di un Polo Scientifico attraverso l’organizzazione dei “laboratori didattici” con attività comprendenti il coinvolgimento diretto di bambini e adulti a cura dei principali partner istituzionali scientifici di MNE quali: Università degli Studi di Trieste, Napoli, Udine e Stellenbosch (Sudafrica); Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS; il Museo Nazionale dell’Antartide – MNA; il Centro Studi Astronomici Antares Trieste – Delegazione dell’Unione Astrofili Italiani (UAI); e l’ARPA del FVG… tutti con proprio stand espositivo presso MNE.
Per tutto il periodo della manifestazione presso gli spazi del Villaggio Mare Nordest sono rimasti visitabili gratuitamente la mostra di fotografie astronomiche con le opere dei soci del Centro Studi Astronomici Antares Trieste – che hanno dato luogo anche alle sedute di osservazione della volta celeste dalla punta esterna del molo Audace nella 2^ edizione di “Navigare in un Mare di Stelle”; la mostra fotografica personale “Perché” di Giuseppe D’Iglio con i suoi magnifici scatti in bianco-nero; le creazioni sostenibili di Mirijana Furlan; lo stand dell’Accademia Nautica dell’Adriatico. E non è mancato lo spettacolo all’aperto, ossia la sfilata “Trieste Sustainable Fashion – il valore etico della bellezza”, dedicata anch’essa al tema della salvaguardia e del rispetto verso la natura e gli oceani, designer Manuela Valta, musiche by Alberto DJ.
Lo slogan di quest’anno di MNE era stato coniato nell’espressione “Un mare senza confini” e a corroborare il messaggio di internazionalità – che in realtà ha pervaso ogni momento della tre giorni triestina – era stata organizzata la “Traversata delle Tre Nazioni”, una prestazione non competitiva di nuoto di gran fondo in cui s’è cimentata la torinese Silvia Boidi. Il tragitto a nuoto si svolgeva toccando le acque di tre Stati, Croazia, Slovenia e Italia. Le condizioni meteo-marine si sono fatte tanto avverse da costringere l’atleta a ridurre il percorso così da non prolungare inutilmente e in modo spropositato i tempi di arrivo e per ovvie ragioni di sicurezza della squadra di assistenza e dei natanti d’appoggio. Silvia è tuttavia riuscita a nuotare per oltre 18 impegnativi chilometri di mare – a sessanta anni d’età! – ed è stata accolta sulla scalinata della banchina davanti a piazza dell’Unità d’Italia accanto al molo Audace, con il caloroso abbraccio del pubblico di Mare Nordest, insieme alle motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto di Trieste e addirittura alla presenza del gruppo cinofilo Associazione Cani Salvataggio Trieste che aveva svolto fino a poco prima la prevista esercitazione dimostrativa di salvamento in mare con gli stupendi “cani-bagnino” proprio lì. Una festa, per gli occhi ed il cuore. Proprio in quest’atmosfera festosa e al contempo semplice, di assoluta autenticità, si è chiusa MNE 2024 con la premiazione di Silvia Boidi all’interno della tensostruttura del festival. E l’arrivederci alla prossima 14^ edizione di MNE da parte dell’intero suo team dirigente: Roberto Bolelli, Edoardo Nattelli, Tiziana Tassan, Monica Rana e Manuela Rizzo.
NOTA – Per ogni maggiore informazione, per l’elenco completo dei contributors e sponsor, nonché per eventuali richieste di documentazione invitiamo a contattare direttamente Mare Nordest ai seguenti riferimenti:
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