È stato questo il 1° Open Internazionale di fotografia subacquea di Aqaba, in Giordania, tenutosi dal 5 al 9 febbraio 2020. Ed eccone l’intero svolgimento
Testo di Isabella Furfaro
In un’atmosfera surreale, dovuta al drammatico momento che il nostro Paese ed il mondo intero stanno vivendo a causa della pandemia, riesco fortunatamente ad “immergermi” nel ricordo di un bellissimo momento sportivo vissuto poco prima dell’inizio dell’isolamento globale, il Blue Dolphin Underwater Photography.
Organizzato dalla Royal Jordanian Marine Sports Federation e dalla CMAS (Confederazione Mondiale delle Attività Subacquee), il I° Open Blue Dolphin Underwater Photography, Contest Internazionale di Fotografia Subacquea si è svolto ad Aqaba, in Giordania, dal 5 al 9 febbraio 2020.
Come accaduto in trascorse occasioni, la squadra italiana di fotografia subacquea, che rappresentava la FIPSAS, si è distinta, grazie agli ottimi risultati ottenuti dal fotografo Stefano Proakis e dalla modella/assistente Isabella Furfaro, conquistando ben due primi posti in una delle due categorie previste nella competizione, la “Wide Angle”. Infatti, due delle tre foto presentate hanno guadagnato, con il medesimo punteggio, il gradino più alto del podio. Il primo posto nella categoria “Macro” è stato invece conquistato dal giordano Samer Bitar.
Il Contest prevedeva la presentazione, da parte dei dodici fotografi partecipanti, di tre immagini relative alle categorie Wide Angle e Macro (close up). Due le giornate di gara e quattro le immersioni previste in differenti siti. Gli atleti di nazionalità Giordana, Canadese, Egiziana, Libanese, Palestinese, Statunitense e Italiana, si sono sfidati “a colpi di click” negli splendidi fondali di Aqaba.
Atterriamo all’aeroporto di Aqaba leggermente intorpiditi, con quella tipologia di stordimento dovuto a un precoce risveglio notturno per via di una partenza nelle primissime ore del mattino. Sappiamo trattarsi di uno stordimento piacevole in quanto preludio alla conoscenza di un nuovo Paese, di una nuova avventura e di una sempre eccitante nuova esperienza subacquea.
È un sole tiepido e ristoratore quello che ci accoglie; la squadra italiana è accompagnata e amichevolmente supportata da Iwona, Antonietta e Giulio.
Siamo tutti soavemente sorpresi dall’atmosfera del posto, ben differente da quella che si avvertiva, solo poche ore prima, in Italia.
Il nostro gruppo è cordialmente accolto da Ayman Jabr, manager responsabile dell’organizzazione della competizione.
Da subito Ayman si rivela prezioso. Come spesso accade ai fotografi subacquei in viaggio negli aeroporti internazionali, nel momento in cui si trovano ad affrontare gli accurati controlli nella fase di ritiro del bagaglio, le complesse attrezzature subacquee destano dubbi e preoccupazioni anche se, nella generalità dei casi, le prime perplessità dei vigilanti si trasformano ben presto in curiosità e in amichevoli dialoghi con gli atleti.
L’intervento di Ayman rasserena l’iniziale tensione e velocizza il processo di controllo, rivelandosi sin da subito il nostro “Aladin”, sempre presente e disponibile durante l’intero soggiorno ad Aqaba.
L’hotel Captain, situato nel centro della città, ospita noi e una buona parte degli atleti.
A poche centinaia di metri dall’hotel è situato l’accogliente centro di immersioni “Aqaba International Diving Center” diretto da Mohammad Qatawhneh.
Mohammad è uno dei fotografi partecipanti alla competizione e, con spirito collaborativo ci conduce, insieme ad Alain, sul sito della nostra prima escursione subacquea, il bellissimo percorso del Japanese Garden.
In serata si svolge il briefing esplicativo alla presenza, fra gli altri, del Presidente della giuria, l’atleta libanese, membro CMAS, Annette Khoury, e di Simon Khoury, membro del Consiglio CMAS. Durante il briefing vengono fornite utili informazioni in merito ai regolamenti della gara, nonché chiarimenti alle domande degli atleti.
Ci predisponiamo così alla giornata successiva che prevede sia la cosiddetta immersione di “adattamento” che il primo momento di incontro ufficiale con lo staff operativo dell’organizzazione. L’incontro è previsto presso il Sinai Divers diving che è collocato all’interno dello splendido Möwenpick Hotel, situato in direzione sud della costa verso il confine con l’Arabia Saudita. Siamo accolti da Rajai Joury e dal suo staff in una attrezzata e confortevole struttura posta di fronte la spiaggia, a pochi passi dal mare. Anche Rajai parteciperà alla competizione.
L’immersione inizia praticamente di fronte al diving, nell’esteso Kiwi reef.
Si decide la durata di circa 50 minuti di immersione per sfruttare al meglio le nostre bombole da 12 litri, dovendo, per motivi di sicurezza, terminare il tuffo con 50 atm di aria, a ridosso della spiaggia da cui si parte. Kiwi reef ci accoglierà per ben due volte durante la gara.
Nel primo giorno di gara la partenza è prevista dal porto turistico di Aqaba e concorrenti, giuria e assistenti sono ospitati nella splendida imbarcazione Harmtan, alla volta del sito dove giace il relitto del Cedar Pride. Si tratta di un cargo libanese che, come molti relitti, è ricco di vita, a tratti ricoperto di incrostazioni e organismi marini. Il Cedar Pride, a seguito di un grave incendio avvenuto nel 1982, fu successivamente affondato divenendo una delle più belle attrazioni subacquee del posto.
La prima giornata di gara è stata purtroppo caratterizzata da uno dei rarissimi eventi atmosferici avversi che si verificano in questa parte del Mar Rosso con un mare decisamente mosso! Gli ormeggi della grande barca e le delicate attrezzature subacquee sono messe a rischio e la prima giornata, per motivi di sicurezza, si conclude dopo la prima immersione. Si rientra in porto con la speranza di avere in macchina già dei buoni scatti e con l’augurio, condiviso da tutti, che la giornata successiva porti migliori condizioni metereologiche!
Ed invece, proprio a causa del persistere delle cattive condizioni atmosferiche, le immersioni della seconda giornata di gara partono “da terra”. Ci si immerge tutti una prima volta su Kiwi reef mentre la seconda immersione si potrà effettuare, in alternativa a Kiwi Reef, anche nel vicino sito dell’Airplane C 130. Si tratta di un Hercules appositamente affondato per creare un nuovo habitat a favore della vita sottomarina e dei subacquei che possono ammirarla. L’aereo è facilmente visionabile grazie ai suoi 16 metri di profondità.
La visibilità, le guide del luogo, ci confermano che anche la seconda giornata di gara non vedrà migliori condizioni.
Concluse le giornate di gara si attendono i risultati elaborati dalla giuria composta da Ms. Annette Khoury (Lebanon), Mr. Simon Khoury (Jordan) Mr. Mohammad Sergi (Lebanon) e Mr. Ahmad Qatawneh (Jordan).
La cerimonia conclusiva dell’evento si svolge presso le eleganti sale del Mövenpick con la proiezione delle immagini presentate dai concorrenti, alla presenza delle Autorità giordane, fra cui il Chief Commissioner of tourism, Mr. Sharhabeel Madi.
Come sempre, forte è l’emozione durante il momento della proiezione a cui fa seguito la presentazione dei risultati finali e la proclamazione dei vincitori.
Entusiasmo e commozione seguono la proclamazione della vittoria da parte dalla coppia italiana Proakis/Furfaro in una delle due specialità, addirittura ben 2 delle 3 immagini presentate nella categoria “Wide Angle” raggiungono, in ex aequo, la prima posizione!
Se pur non sul podio, anche le 3 immagini presentate dagli Italiani nella categoria “Macro”, ricevono grandi apprezzamenti sia da parte dei giurati che dal pubblico presente in sala.
Le nostre congratulazioni vanno a tutti i partecipanti che hanno svolto ottime prestazioni nonostante le avverse condizioni meteo!
A conclusione della cerimonia di premiazione Ayman invita l’intero Team italiano a partecipare al 2° Open previsto entro la fine del 2020.
Non possiamo che augurarci che ciò si realizzerà perché vorrà dire che il mondo sarà “guarito” dal maledetto virus della Covid-19.
____________
Aqaba e la Giordania, un’oasi mediorientale
La Giordania è un piccolo Stato che prende il nome dal fiume che la attraversa, il Giordano, che conclude il suo percorso nelle acque del Mar Morto, un grande “lago salato” situato ad oltre 400 metri sotto il livello del mare. In esso la quantità di acqua che evapora è maggiore di quella che vi affluisce e ciò determina, al suo interno, la più alta concentrazione salina del mondo. L’elevata salinità rende facile il galleggiamento dei corpi – buffe le persone che provano a nuotarvi – e difficile lo sviluppo di forme di vita al suo interno. I sali che da esso si estraggono vengono utilizzati per scopi terapeutici e cosmetici.
Il territorio giordano è in gran parte costituito da deserti e altopiani.
La capitale è Amman e lo Stato è una monarchia costituzionale. L’attuale Re è Abd Allāh II, marito di Rania di Giordania, appassionato subacqueo e promotore di alcuni progetti intesi a promuovere il turismo subacqueo.
La città di Aqaba rappresenta l’unico porto di accesso al mare per la Giordania, all’interno del golfo omonimo.
Dal mare, di sera, si possono ammirare le luci provenienti dalle coste della vicina città israeliana di Eilat e, più a sud, quelle delle coste egiziane. Aqaba dista poche ore di auto dall’antica città di Petra e dalla splendida località desertica del Wadi Rum.
Aqaba può ritenersi un posto ideale da suggerire a chi volesse intraprendere l’attività subacquea in modo graduale. Molte immersioni partono dalla spiaggia e i fondali degradano lentamente e dove, sin dai primissimi metri di profondità, si possono ammirare scogli ricchi di spugne e coralli e pesci dai colori più disparati. La bellezza dei fondali, la grande biodiversità, la scarsa presenza di forti correnti, l’eccellente visibilità, la temperatura dell’acqua mai troppo fredda rendono molte delle immersioni semplici e piacevoli. L’acqua è più salata che nei nostri mari e, quindi, è necessario aggiungere qualche kg in cintura per poter immergersi e raggiungere un buon assetto.
Elenco dei partecipanti:
- Mr. Yazan Saad – Jordan
- Mr. Mohammad Qatawneh – Jordan
- Mr. Rajai Joury – Jordan
- Mr. Samer Bitar – Jordan
- Mr. Abdullah Alryati – Jordan
- Mr. Luay Rayyan – Palestine
- Mr. Stefano Proakis – Italy
- Mr. Brett Hoelzer – USA
- Ms. Tara Artner – Canada
- Mr. Sameh Mesharafa – Egypt
- Mr. Samer Halawani – Lebanon
- Mr. Mario Lahhoud – Lebanon
Final Result – podium
Wide Angel Photo | Macro (Close Up) |
1 Stefano Proakis – Italy | 1 Samer Bitar – Jordan |
2 Samer Bitar – Jordan | 2 Yazan Alsaad – Jordan |
3 Samer Halawani – Lebanon | 3 Mohammad Qatawneh – Jordan |
2 Comments
antonio
Ciao Isa, innanzitutto complimenti ancora a te e al tuo compagno per un risultato più che prestigioso. Il tuo report ha reso benissimo tutta la suggestione della meta (crocevia culturale storico tra l’Asia e l’Europa) e l’atmosfera del viaggio. Da anni mi propongo di fare un viaggio in Giordania e fare qualche un bagno nel mar Rosso. Temo di dover rinunciare ancora per un po’ … troppe cose in sospeso. Mi consolerò rileggendo il racconto.La regola più importante per un viaggio è tornare diversi e più ricchi rispetto a quando si è partiti:sicuramente tu ci sei riuscita per l’emozione dei luoghi visitati e i risultati conseguiti.
Un caro saluto.
Isabella Furfaro
Grazie Antonio, mi fa piacere essere riuscita a trasmettere suggestioni legate
all’evento ed al luogo descritti, soprattutto nel difficile periodo di
lockdown. Spero che il tuo viaggio in Giordania si realizzi in un futuro non troppo lontano..il Mar Rosso, comunque, ti attende.