Per la serie “pillole di mitologia” ecco a voi Medusa. Tra immaginario e psicanalisi il fascino terrifico della bellezza!
Di Jenny Gioffré. Foto Francesco Turano. Dipinto Antonello Bonanno Conti
Poche cose ammaliano l’obiettivo di un fotografo subacqueo come una medusa! Quegli esseri speciali, fatti essenzialmente di molecole d’acqua unite insieme da chissà quale magia, quegli esseri che si sciolgono al sole svuotandosi di se stessi nel nulla, sono tra i soggetti marini con un impatto estetico maggiore. Giganti o microscopiche, fisse o nuotatrici o appiattite in campana, dalla superficie fino agli abissi, le quasi quindicimila specie di meduse popolano le acque della terra. Il nome della specie fu dato da Linneo, che fu ispirato dal mostro marino della mitologia greca. Dunque, chi era Medusa il mostro?
L’interpretazione del mito rivela lo stretto legame che unisce la bellezza e il terrore. Medusa è una figura dal fascino ambiguo: nel contempo donna e mostro, attraente e repellente, attira lo sguardo e pietrifica gli uomini. In psicanalisi a lungo è stata considerata depotenziatrice della forza maschile (quanto mi piace Medusa!). Medusa è una delle tre Gorgoni, figlie delle divinità marine Forco, che rappresenta i pericoli nascosti nelle profondità marine, e Ceto, personificazione delle paure nascoste e delle creature estranee. Due genitori impegnativi, direi!
Medusa era una ragazza bellissima, così bella che il dio del mare, Poseidone, s’innamorò di lei e fecero l’amore in un tempio di Athena. La figlia di Zeus si sentì oltraggiata e per punire Medusa la trasformò in un mostro con collo squamato, mani di bronzo e capelli di serpenti e soprattutto con il terribile potere di pietrificare chiunque la guardi.
Medusa fu decapitata da Perseo che le rubò così la micidiale forza del suo sguardo. Le gocce di sangue fuoriuscite dal sacco contenente la testa della Gorgone diedero vita ai serpenti del deserto e ai coralli del mare. Questa in sintesi la sventurata storia della Gorgone.
Chissà perché i mostri marini hanno spesso a che fare con il femminile? Sirene, Medusa, Scilla… sarà che la mitologia è stata scritta dagli uomini per i quali sotto sotto il femminile suscita paura e invidia?
Simbolicamente Medusa rappresenta il femminile passionale, che cede alla seduzione, che vive la sua sessualità e per questo viene punita da un’altra donna, una dea partorita dalla testa di Zeus. La povera dea subisce una doppia punizione, le viene fatto del male e la si condanna a fare del male a sua volta! È una dea impotente che rappresenta più la rabbia di Athena che la propria.
Medusa racchiude in sé un potere mortifero, ma allo stesso tempo creatore. Il sangue di Medusa fu donato ad Asclepio perché in grado di guarire ogni malattia.
Oggi Medusa è magica, il suo potere apotropaico l’ha fatta diventare un’effige tra le più diffuse, compreso lo scudo di Athena. Questo mito ci ricorda che il femminile “mostruoso” racchiude piacevoli sorprese, dobbiamo soppesare sia i suoi attributi malefici che benefici. Non abbiate paura a nuotare con le Meduse nel mare della vita!