Fra queste tre aree s’è articolato il primo decennio appena compiuto dell’Associazione ambientalista “5 Terre Academy”. Abbiamo chiesto in che modo a chi la guida: il giornalista Leonardo D’Imporzano
A cura della Redazione
Leonardo, come nasce l’associazione che presiedi?
«In un “meriggiare pallido e assorto” di 10 anni fa, nel sole davanti al mare calmo di Manarola, appunto alle Cinque Terre. Ragionavo come questo angolo di paradiso non avesse alcun sito internet dedicato alla bellezza di quei fondali. Quale nativo della zona, “dovevo” fare qualcosa. Da lì ho iniziato a raccogliere le principali informazioni, nonché consigli utili per andare in mare; quindi parallelamente anche le principali nozioni di sicurezza nelle immersioni e via dicendo. Step by step è nato un fantastico portale cui ad appena un anno d’età è stato subito riconosciuto il premio “Pelagos” come miglior sito web del settore. Abbiamo partecipato anche al “Festival mondiale dell’immagine sottomarina e di Antibes”.
Per aver scomodato Montale devi essere soddisfatto di questi primi 10 anni…
«In effetti è così. 10 anni sono un primo traguardo per fare un bilancio, che s’è rivelato soddisfacente! Anche se non dobbiamo cullarci sugli allori ma lavorare già ai prossimi progetti. Viviamo in un’era molto frenetica, se ci si ferma anche solo un minuto si perdono treni davvero importanti.»
Come avete attivato e seguito la ricerca intorno all’immersione in apnea?
«Da subito. Complice il mio tentativo di primato sotto i ghiacci, abbiamo dato vita a una serie di raccolte dati che piano piano si sono sviluppate in numerose ricerche grazie anche a validi e disponibili centri medici e a molti operatori di area tecnico-scientifica…»
Vuoi indicarcene qualcuno?
«Certo! Il Dr. Alfonso Bolognini del Centro Iperbarico di Sassari. (Tra l’altro, grazie a lui oggi sono anche tecnico iperbarico…). Abbiamo fatto ricerche e pubblicazioni su progetti legati ai problemi di compensazione con gli studi relativi ai problemi connessi all’articolazione temporo-mandibolare per la mancata compensazione, al reflusso gastroesofageo come altra possibile causa. Ma anche agli studi cardiaci che abbiamo avviato. Riuscendo per primi a raccogliere un elettrocardiogramma (su di me come “cavia”), sia in apnea sotto i ghiacci, durante una maratona, un’altra maratona di trail running e persino in assenza di gravità durante la mia esperienza di volo a “Zero G” con l’agenzia spaziale europea. Ma vorrei citare Gianluca Genoni, un campione anche fuori dall’acqua, che ha accettato di fare da nostra cavia con l’elettrocardiogramma raggiungendo, ad oggi, un record di profondità assoluta per il monitoraggio del cuore oltre i 100 metri. Quindi il Dr. Maurizio Schiavon dell’Università di Padova, con il quale abbiamo condiviso parte di questi risultati. E ancora, il gruppo di medicina dell’Otosub, guidato dal Dr. Marcolin. Il direttore di questo vostro giornale online, Romano Barluzzi, con il quale personalmente, più che come “5 Terre Academy”, ho condiviso una rivista meravigliosa dedicata all’apnea – dove potemmo fare anche divulgazione scientifica in tema – e le pagine di un libro scritto a quattro mani. La mia amica Luisa Cavallo, dirigente della Polizia di Stato e già responsabile del CNeS: con lei abbiamo distrutto certezze sulla Legge della Subacquea… dividendoci equamente i nemici! Senza dimenticare il sen. Mario Cavallaro, che si è speso in prima persona nell’organizzare con noi oltre alla presentazione del mio primo libro, un importante convegno appunto sulla Legge della Subacquea. L’europarlamentare Renata Briano e Brando Benifei, con i quali abbiamo portato la nostra prima mostra di fotografie subacquee sulla Liguria all’Europarlamento di Bruxelles. E ancora Mascha Stroobant, del Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, con la quale – direi finalmente – siamo riusciti a interfacciare la nostra realtà sul territorio…»
Però un elenco del genere fa venire in mente anche il classico “Nemo profeta in patria”…
«Eh si! Purtroppo. Pensa che ho presentato i miei libri ovunque, anche quello sui fondali delle Cinque Terre – dal titolo “Le Cinque Terre con le pinne” – e non sono mai riuscito a fare una presentazione in uno dei comuni delle Cinque Terre stesse! Ci sono sempre associazione di “serie A” e di “serie Z”, indipendentemente dai risultati conseguiti. Aiuti pubblici non ne abbiamo mai chiesti, abbiamo invece sempre cercato un dialogo attivo e costruttivo con le realtà territoriali nelle quali l’associazione è inserita ma alla fine la nostra sede operativa ora dista 30 km da Manarola. Difficoltà logistiche anche solo per parcheggiare e scaricare il materiale, figuriamoci dare vita al nostro sogno di un laboratorio perpetuo e continuo. Così abbiamo optato per una soluzione alternativa…»
Vuoi toglierti qualche “sassolino dalla scarpa”?
«Non ne vale la pena. La nostra volontà di lavorare assieme c’è sempre. Siamo un’associazione dinamica e molto “liquida” che basa la sua esistenza solo sui progetti e sulla voglia di fare. La gente entra ed esce a seconda dei canali che di volta in volta attiviamo. Le realtà istituzionali del territorio sanno che ci siamo. Noi abbiamo bussato diverse volte con l’umiltà di costruire assieme, se vogliono possiamo sempre pensare e progettare assieme.»
Progetti per il futuro?
«Con l’estate ufficialmente entrata nel vivo, diamo il via alle nostre giornate di “biosnorkeling” dove si accompagnano genitori e bimbi alla scoperta della biodiversità ad altezza snorkel. Inoltre c’è l’edizione del “Donnambiente” il premio dedicato alla divulgazione scientifica in rosa. Quest’anno, finalmente, abbiamo trovato il primo sponsor: la Banca della Versilia, Lunigiana e Garfagnana del Credito Cooperativo. Grazie a loro abbiamo ridato vita al “Science Book Award”.»
Il sogno nel cassetto dell’associazione?
«Abbiamo sempre l’ambizione di uno “scuttling” nel nostro golfo di una delle navi della Marina Militare, noi con altri stiamo lavorando al progetto… vedremo. Magari per il prossimo decennale avremo da raccontare questa fantastica avventura!»