Andata e ritorno nel Pliocene toscano, quando le grandi balene nuotavano a Castelfiorentino e gli squali serpente vivevano nell’abisso profondo del mare senese.
A cura di Mario Genovesi
Durante il Pliocene, periodo geologico compreso circa tra 5,3 e 2,5 milioni di anni fa, gran parte del territorio toscano era coperto dal mare. Eccetto le forme ormai estinte, era un mare abitato da animali e piante che, nei mari di oggi, troverebbero posto a ridosso delle coste equatoriali e tropicali. In quel periodo, in una Toscana geograficamente ben diversa dall’attuale, le terre emerse erano probabilmente costituite da una moltitudine di isolotti. Questa morfologia, associata ad un clima tropicale, aveva favorito lo sviluppo di una notevole biodiversità marina. Il raffreddamento climatico progressivo, iniziato nel Pleistocene basale, portò ad un graduale impoverimento della fauna marina della paleo-area mediterranea. Molte specie di pesci e invertebrati che caratterizzavano quel mare scomparvero e/o migrarono verso latitudini più basse, fuori dal Mediterraneo. Molte di loro oggi si ritrovano a ridosso delle coste e dei fondali atlantici africani. I fossili delle specie animali che popolavano il mare proto-toscano attualmente si possono ammirare presso la Mostra Mineralogica e Paleontologica G.A.M.P.S. a Scandicci, in provincia di Firenze. L’associazione G.A.M.P.S. (Gruppo AVIS Mineralogia Paleontologia Scandicci) si è costituita nel dicembre del 1984 per volontà di alcuni appassionati decisi a creare un punto d’incontro e di riferimento per le loro ricerche nell’ambito della Mineralogia e della Paleontologia. L’associazione, tramite la ricerca, il recupero, il restauro e la musealizzazione dei reperti fossili toscani, si propone di svolgere divulgazione in ambito delle Scienze della Terra. Nella Mostra, realizzata presso il Centro Civico Ofelia Mangini, l’ex scuola elementare di Badia a Settimo, sono esposti migliaia di fossili e minerali tra i quali molte rarità a livello mondiale come ad esempio lo scheletro fossile di balena più completo mai scoperto in Europa e unico esemplare della specie.
Il suo ritrovamento risale al 1998 quando Simone Casati, Presidente del G.A.M.P.S., rinviene le prime prove della sua presenza sulla collina di Poggio Maggiore a Castelfiorentino, in provincia di Firenze. Dal libro “Polvere nel mare del tempo” di Casati: << Non potrò mai dimenticare quella notte di giovedì quando fui svegliato dal frastuono del temporale; ascoltando la pioggia cadere, un pensiero mi riconciliò il sonno: “domani esco dal lavoro e vado a Castelfiorentino, deve essere per forza affiorato qualcosa”>>. Il giorno dopo, uscito dal lavoro, Simone si diresse alla cava distante circa quaranta chilometri. Fortunatamente nessuno era passato prima di lui ed iniziò la ricerca seguendo il suo solito itinerario. “Stava già tramontando il sole quando, risalendo la scarpata argillosa, una cosa attrasse la mia attenzione: sul fondo di un piccolo fosso una forma sferica affiorava semicoperta dall’argilla… Rimasi perplesso, poi incuriosito, mi chinai senza immaginare che quel semplice gesto avrebbe cambiato in parte la mia vita”. Dopo qualche mese giunsero i permessi necessari per lo scavo che si è concluso nel 2001 mettendo alla luce uno dei più affascinanti reperti fossili marini pliocenici attualmente visibili in Europa: un enorme scheletro appartenente ad un cetaceo del sottordine dei misticeti che oggi è esposto, in un sapiente gioco di luci e ombre, in una sala della Mostra. Insieme alla balena si possono ammirare i denti fossili di Chlamydoselachus, un genere rarissimo di squalo serpente pliocenico. Questo squalo, dalla forma sinuosa simile ad una anguilla, attualmente vive a centinaia di metri sotto la superficie marina ma circa 3 milioni di anni fa nuotava nella zona di Castelnuovo Berardenga, Siena, dove adesso affiorano le celebri “Crete senesi”. La scoperta, opera di Simone Casati e di Marco Zanaga del G.A.M.P.S., prova come, milioni di anni fa, ci fosse la scarpata continentale a ridosso dei piani abissali, una specie di canyon sottomarino non molto distante dalla costa, un ambiente dove si concentravano centinaia di squali che attualmente vivono negli oceani e, soprattutto, a notevole profondità. Un’altra scoperta di eccezionale valore scientifico e culturale è quella del delfino pliocenico di Lucciola Bella, Pienza (Si), ad opera sempre di Simone Casati fatta nel 2003 e frutto della collaborazione tra la Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana, i volontari del G.A.M.P.S. e le Università di Pisa e Firenze.
L’importanza scientifica sta nel fatto che il cetaceo fossile, trovato a Lucciola Bella, rappresenta il reperto più completo di questo odontoceto che solcava i mari “dell’entroterra” oltre 38 mila secoli fa. Il ritrovamento appare ancora più straordinario se si considera un grande paradosso dovuto alla frammentarietà del record fossile: i delfinidi, attualmente i cetacei più diffusi nei mari, hanno avuto origine circa dieci milioni di anni fa ma, stranamente, sono rarissimi allo stato fossile ed i reperti trovati fino ad oggi sono quasi tutti localizzati in Italia. Tra le tante cose interessanti presenti nella Mostra si potrebbero citare i resti fossili di balenidi rinvenuti nel 2000 a Monterotondo Marittimo (GR), dei Sirenidi di Campagnatico (GR) o dei reperti fossili di un cucciolo di foca trovato a Castelnuovo Berardenga. Oppure ancora dei denti di varie specie di squalo ritrovati in trent’anni di attività di questo gruppo. Ma non vogliamo svelarvi tutto quanto è raccolto al G.A.M.P.S. e togliervi l’emozione che proverete visitando personalmente questo piccolo-grande Museo curato da un gruppo di persone che, attraverso la divulgazione, ci riporta indietro nel tempo alla scoperta di un mondo sconosciuto che era nascosto nelle campagne una volta sommerse dal mare e che adesso fa parte del patrimonio culturale della nostra regione. La Mostra, racconta il Direttore Scientifico Dr. Andrea Di Cencio, non ha solo un valore estetico ma permette di capire come il mondo sia cambiato. Da essi e dalla geologia si riesce a comprendere cosa si è verificato nel passato e quindi i reperti conservati a Scandicci aprono una finestra del tempo capace di mostrare ai visitatori il mare che non c’è più. Una straordinaria collezione di reperti fossili raccolti nella campagna toscana per conto ed a favore della collettività, un lavoro reso possibile grazie alla sinergia con la Soprintendenza e gli enti preposti alla tutela dei beni culturali.
Visita guidata ogni domenica pomeriggio dalle ore 15:00 alle 19:00 – Ingresso gratuito.
Se hai voglia puoi!
G.A.M.P.S
Gruppo Avis Mineralogia Paleontologia (Scienze della Terra)
Piazza Vittorio Veneto, 1
50010 Badia a Settimo (FI)
Tel: +39 3382504468
Email: gamps@gamps.it
Sito web: www.gamps.it
https://www.youtube.com/user/hunterwhales
https://www.facebook.com/Mostra-permanente-GAMPS-Scandicci-224372607652339/?fref=ts
Coordinate per raggiungere il Museo: N43°46’53.40″ E11°8’44.03″