Estetica VS Atletica: la modella subacquea può essere considerata un’atleta a tutti gli effetti da un punto di vista agonistico, o un elemento d’effetto in una bella immagine?
di Isabella Furfaro (modella subacquea, istruttore subacqueo). Foto Stefano Proakis
La lettura dell’originale articolo della collega Jenny Gioffrè pubblicato su SerialDiver, è stimolo alla prosecuzione della trattazione del tema modella subacquea per porre l’attenzione su alcuni aspetti di questa figura, non sempre sufficientemente evidenziati.
Sarà capitato a molte modelle subacquee di avere incrociato lo sguardo incuriosito, a volte sorpreso, di interlocutori che, dopo una rapida occhiata e una considerazione esplicita o implicita sull’aspetto esteriore, chiedevano: chi è, cosa fa, quali caratteristiche deve avere, che ruolo ha la modella nel mondo della subacquea?
Nel dizionario della lingua italiana il modello è “… una persona che posa per un fine artistico o riguardante la moda e la pubblicità… e, in comune con la recitazione, deve esprimere emozioni e sentimenti nelle fotografie in cui viene ritratto…”.
L’idea di riprendere la figura umana sott’acqua risale, quasi certamente, agli anni ’40, negli Stati Uniti, dove un talentuoso fotografo, divenuto poi famoso proprio per questa sua originale iniziativa, cominciò a fotografare sott’acqua alcune modelle americane, le cosiddette pin-up, utilizzando uno strumento fotografico che lui stesso assemblò. Le immagini, inizialmente utilizzate per scopi pubblicitari, divennero subito un successo. Quasi contemporaneamente in Europa l’austriaco Hans Hass, insieme alla moglie e modella Lotte, effettuavano spedizioni e riprese subacquee che portarono alla produzione di famosi film e documentari.
Nel tempo, dunque, la figura umana in acqua divenne un piacevole complemento dell’immagine e la presenza della modella/o venne utilizzata in diversi ambiti: artistici, pubblicitari, agonistici.
Molti fotografi ritraggono modelle in acqua per mettere in evidenza la sinuosità e il movimento che solo l’acqua è in grado di regalare al corpo umano, particolarmente a quello femminile; nella foto grandangolare, la scelta del fotografo di introdurre armoniosamente la figura umana nel contesto marino, è spesso legata anche all’idea di inserire un elemento che dia proporzioni e percezione delle dimensioni degli altri elementi presenti nell’immagine che egli va a comporre.
Come afferma Stefano Proakis – fotografo, medaglia d’oro nella foto “grandangolo con modella” al campionato del mondo di Cuba nel 2013 – “…il fatto di inserire l’elemento umano, femminile, in acqua non è soltanto una questione tecnica o geometrica e di proporzioni …”. Proakis infatti, ritiene che “… nella foto grandangolare la figura femminile riesce ad armonizzarsi egregiamente con i colori e le forme del contesto marino, suscitando emozioni in chi osserva la foto, ma anche nel fotografo che la scatta e, dunque, la compone …”.
Nelle competizioni, in particolare in quelle internazionali, la foto “grandangolo con modella/o” è entrata a far parte quasi stabilmente dei temi che il fotografo deve rappresentare, oltre ai classici temi del pesce, della macro, del grandangolo.
Spesso nelle competizioni è prevista anche la foto “a tema” che nei differenti regolamenti, viene scelta, normalmente, in base alle caratteristiche biologiche dei fondali in cui si svolge la gara.
L’attività di modella/o può nascere in modo “spontaneo” perché si è legati al fotografo da un rapporto di amicizia, di affetto, di parentela, di semplice conoscenza o di condivisione dell’attività subacquea. Posare per il fotografo può essere un gioco, un’occasionale esperienza. Ma è anche vero che, a volte, questa esperienza prosegue sino a divenire una passione, una professione, una scelta sportiva ben precisa.
Altre volte, invece, accade che il fotografo abbia la necessità di individuare un valido collaboratore che possa posare ed entrare a far parte dell’immagine che intende creare, di fargli da assistente, di partecipare alla ricerca di soggetti e situazioni accattivanti, supportandolo con le attrezzature necessarie per scopi sia agonistici che professionali. In questi casi, alcuni fotografi si rivolgono a una modella subacquea professionista.
Nei vari step dell’attività, fotografo e modella diventano un solido team che condivide strenuamente obiettivi e risultati. Purtroppo, la modella rimane molte volte nell’ombra, con scarsi riconoscimenti dell’attività svolta e della professionalità che, anche se differente e non concorrenziale con quella del fotografo, andrebbe maggiormente legittimata.
Il panorama della fotografia subacquea italiana, soprattutto in campo agonistico, ha visto cimentarsi diverse abili modelle, fra cui ricordiamo Raffaella Schiller, Anna Moccia Cipriani, Rosa Donati, Roberta Bedin, Sonia Davino, Giovanna D’Orazio, la sottoscritta, che, nella stretta collaborazione con i rispettivi fotografi hanno contribuito, nel corso degli anni, a dare lustro alla Nazionale italiana e ad arricchirne il medagliere in occasione di diversi campionati mondiali. Titoli e medaglie – molte delle quali d’oro – hanno reso questa nostra disciplina, famosa in tutto il mondo.
Ma la modella subacquea può essere considerata un’atleta a tutti gli effetti da un punto di vista agonistico?
Il termine atleta, dal latino athleta e dal greco ἀϑλητής, ma anche ἆϑλον dal greco “gara”, si riferisce alla persona che pratica uno sport a livello agonistico, dotata di “resistenza” che “… è una parte fondamentale di ciò che rende grande un atleta”.
Come può, la modella, rientrare in questa descrizione? Magari interpretando in modo estensivo il termine “resistenza” e comprendendo in esso oltre alle doti fisiche anche quelle legate alla grande pazienza, alla flessibilità, all’ecletticità e all’intuito? Possiamo pensare alla modella come una figura che al pari del fotografo possa essere destinataria di adeguati riconoscimenti senza essere semplicemente un “elemento complementare” dell’immagine o del fotografo?
Nelle foto che seguono la modella (l’autrice dell’articolo) posa sia in apnea sia con attrezzatura ARA ed evidenziano e suggeriscono che:
- È importante concordare una sorta di “codice gestuale di comunicazione” fra fotografo e modella. L’intesa sott’acqua è fondamentale per l’esito della foto, la modella deve comprendere velocemente ciò che il fotografo vuole comunicare e se la conoscenza reciproca e l’esperienza possono facilitare questo compito, il codice di comunicazione supplisce all’eventuale carenza di conoscenza e di intesa che contraddistingue, invece, i team più affiatati.
- Acquaticità, esperienza, allenamento costante, consentono alla modella di ottimizzare i tempi di scatto della foto (nelle competizioni, ad esempio, è importante risparmiare tempo e aria!); la modella dovrà valutare velocemente e con il minimo sforzo consentito dalle condizioni del momento: il contesto in cui verrà posizionata, per potersi collocare al meglio e più velocemente, la direzione e l’intensità della corrente che influirà sulla posizione da assumere e sull’eventuale mantenimento della stessa; le più opportune modalità di comunicazione con il fotografo, non sempre agevoli (scarsa visibilità, estrema distanza dal fotografo o mancato contatto visivo con lo stesso; vedere riflessa la propria immagine nell’obiettivo – ove possibile – può essere di grande aiuto).
Il pensiero di Stefano Proakis
L’esternazione del vicecampione del mondo e medaglia d’oro nel tema “grandangolo con modella”
al mondiale cubano del 2013
Il mare durante i secoli è stato variamente descritto nei suoi numerosi aspetti, con particolare riferimento alla sua immensità e all’intensità di emozioni che suscita. Aspetti raccontati nella prosa, nell’arte, nelle scienze naturali e persino in filosofia.
Il Mare è maschile, con la sua forza spesso impetuosa e talvolta anche distruttiva, ma è anche femminile, con il suo saper accogliere, abbracciare, mostrare i suoi aspetti cromatici e le forme sinuose delle sue coste e dei suoi fondali che “accarezzano” lo sguardo curioso di noi terrestri. Si può affermare che i fotografi sembrino apprezzare l’aspetto femminile del Mare.
Nella fotografia subacquea, le immagini grandangolari rappresentano la tipologia più complessa di ripresa, sia da un punto di vista tecnico che compositivo. Le foto grandangolari ritraenti la figura umana sono di difficile interpretazione e spesso si cade in errore riprendendo immagini banali e poco emozionali: una figura scura, con le pinne, che emette bolle e “viaggia” dentro l’inquadratura potrebbe addirittura sembrare un intruso, un elemento di disturbo nel quadro generale. Inserire il subacqueo o la subacquea che ci accompagna, in modo armonioso ed equilibrato nell’immagine da ritrarre, è una scelta compositiva che va ponderata sia per le dimensioni che il sub occuperà nell’immagine, sia per la posizione che assumerà.
La corretta tecnica fotografica è fondamentale, come ad esempio, la scelta giusta nel bilanciare le luci in modo da esaltare i cromatismi del soggetto in primo piano, la ricerca di diagonali o forme accattivanti del fondale ecc.. L’aspetto tecnico, il richiamo a forme geometriche, spesso, non sottintendono l’esaltazione di emozioni e del senso artistico che il fotografo potrebbe voler perseguire.
La mia scelta di avvalermi di una presenza femminile nell’immagine grandangolare, risiede nella grande armoniosità che assume la donna immersa in acqua, con le sue linee sinuose che ben si “sposano” con quelle dell’ambiente sottomarino, come nel caso, ad esempio, di grotte e aperture delle cavità e delle forme delle rocce, nonché, di molti organismi del substrato marino. Mi capita spesso di ricercare ambientazioni di questo tipo, forme particolari e coniugare l’armonia della figura umana con le forme e i colori dell’ambiente subacqueo. Mi viene istintivo inserire la figura femminile quando si “amalgama” armoniosamente nel contesto dell’immagine!
Il risultato ambito è quello di dare emozione e vita alla fotografia, suscitare quelle sensazioni, un valore aggiunto che, soprattutto nel contesto di una competizione, possono far risultare l’immagine vincente e dare, allo stesso tempo, grande soddisfazione al fotografo e alla modella.
La sinergia del fotografo con la modella è fondamentale, capirsi sott’acqua è difficile; sono necessari segni convenzionali decisi insieme precedentemente. È, inoltre, necessario avere un’idea chiara di quale posizione far assumere alla modella, che interpreterà – come un’attrice sul palcoscenico – le idee del fotografo; talvolta è lei stessa a posizionarsi correttamente nell’inquadratura. Ciò avviene dopo molte immersioni fatte insieme, dopo anni di collaborazione, affiatamento e rispetto reciproco. Fondamentali sono l’acquaticità e la preparazione fisica della modella subacquea e, come alcuni sostengono, una buona dose di pazienza e solidità psicologica per sopportare un così gravoso impegno.
Sono, tuttora, felice di riprendere immagini grandangolari, risultato di anni di studio, di confronto e di lavoro che mi hanno portato ad affinare ulteriormente la mia tecnica, il mio “gusto compositivo” e la forte intesa con la modella che mi segue da anni.
16 Comments
Piero Greco
Articolo molto interessante condito da immagini di altissimo livello.
Mario
Buongiorno Piero,
ringrazio a nome della redazione per i suoi aprrezzamenti riguardo all’articolo sulla modella subacquea. Effettivamente Isabella è una delle migliori modelle subacquee non solo a livello nazionale e le immagini che lei ha ammirato sono frutto di una lunga collaborazione tra lei e Stefano Proakis, fotografo molto quotato anche per i notevoli risultati ottenuti sia in Italia – cito solo i tre titoli di campione italiano vinti- sia a livello internazionale, vincitore a vari concorsi e vice campione del mondo nel 2013 a Cuba con il sottoscritto commissario tecnico.
Ci continui a seguire perché sono in programma altri articoli interessanti e non solo sulla fotografia subacquea.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
David Pilosof
This is a great artical from a great model and may the Italian UW photographers will start to do more modling and underwater fashion
Mario Genovesi
Hello David,
The article by Isabella is really interesting and the subject is treated with skill and sensitivity, characteristics that undoubtedly belong to her.
You take to heart the theme of the underwater modeling and fashion and I must say that, as underwater and professional photographer, I have too a liking for this type of images that go beyond a purely underwater environment and involve the world of fashion. Sometimes the results are really surprising. I hope to publish an article in the future on this topic.
Thank you for your interest.
Best wishes, Mario
David Pilosof
Hi Mario
i agree with you and in the old days Italians photographers were involve in UW fashion and i hope to see them coming back
David Pilosof
More articales like Isabella did will motivate photographers to move into this promising category and Italy has the fashion, the models and UW photographer can start to make some money for a change.
Laura
…Anche se personalmente sono soltanto una “amatoriale” della fotografia subacquea, trovo che la tematica sia veramente molto interessante… in effetti, più che un “elemento complementare”, una brava modella è un “elemento fondamentale”… e di questo credo che siano ben consapevoli tutti i bravi fotografi…
Mario
Buongiorno Laura,
concordo con lei che questa tematica, trattata da una campionessa come Isabella, sia veramente interessante. In effetti la modella nel contesto di un’immagine a volte diventa un “elemento fondamentale” sopratutto quando è in sintonia con l’ambiente naturale che la circonda. Certamente ci vuole esperienza ma anche una particolare sensibilità.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
Mimmo Talarico
Un articolo ben scritto che fornisce risposte importanti ai tanti curiosi di questa attività. Un ottimo contributo di conoscenza tecnico e culturale. Un invito ad andare a vedere.
Mario
Grazie Mimmo per questo suo apprezzamento. Credo anch’io che questo articolo abbia il pregio di contribuire a scoprire l’importante lavoro di preparazione che c’è dietro queste immagini. Lo studio a tavolino, un bagaglio tecnico e di esperienza come quello del fotografo Stefano Proakis, tante prove sul campo e la sensibilità particolare di una modella come Isabella, portano a questi risultati di indiscusso livello.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
Antonio Chiodi
Vedo questo tipo di fotografie per la prima volta. Trovo che le foto siano bellissime, colgono un’armonia profonda, un’armonia non solo fisica che credo faccia parte dell’animo della modella e del fotografo. Bravi veramente bravi.
Mario Genovesi
Buongiorno Antonio, sicuramente l’armonia e la condivisione che si viene a formare tra il fotografo e la modella sono valori importanti nella creazione di immagini di questo tipo. La invito a leggere altri articoli sul nostro portale dove potrà riscontrare affinità di questo tipo. Un esempio Aqua et Mater dove l’arte fotografica è finalizzata anche a uno scopo sociale.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
Michele Inturri
E’ incredibile come la natura, già di per se’ perfetta, possa accrescere la sua bellezza attraverso l’opera e la straordinaria performance di un grande fotografo e di una bravissima e incantevole “modella” come Isabella Furfaro. Pur non essendo un profondo conoscitore delle complesse tecniche che regolano la disciplina, posso affermare che le immagini pubblicate hanno il potere di catturarti emotivamente e di regalarti sensazioni di vera leggerezza estetica che lasciano indovinare l’immenso amore che i Nostri bravissimi protagonisti profondono nel loro non facile lavoro. Bravi e…grazie!
Mario
Concordo con lei, Michele. Credo che solo sentimenti come l’amore e il rispetto per il mare e il mondo sommerso, uniti a una padronanza tecnica non indifferente, portino a produrre immagini fotografiche da un così forte impatto emotivo.
Cordiali saluti
Mario Genovesi
Riccardo Buralli
Complimenti Isabella, ottimo articolo come immaginavo. Io ho avuto la fortuna di vederti all’opera e mi ricordo bene di giornate piovose e fredde in cui attendevi in costume seduta su uno scoglio il momento in cui Stefano ti dava l’ok per il tuffo… Direi una resistenza da vera campionessa! Un caro saluto
Mario Genovesi
Eh si Riccardo, tu l’hai potuta seguire dal vivo e vedere in azione. Un esempio per tutte e tutti!
Quando il gesto atletico è accompagnato da una grande sensibilità e un profondo rispetto verso l’ambiente marino, questo è Isabella.
Un caro abbraccio
Mario