L’abbinata dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche subacquee con MareNordest, dando luogo alla 1^ Rassegna Internazionale Subacquea di Trieste, dal 16 al 18 settembre u.s., non ha visto protagonisti solo i 7 nuovi Tridenti d’Oro 2022, bensì anche svariati altri intervenuti che hanno caratterizzato altrettanto questa formidabile edizione. Vediamo quali. (Parte 2^)
A cura della Redazione.
Dov’eravamo rimasti? Ai 7 nuovi Tridenti d’Oro di questa edizione, di cui abbiam parlato nella prima parte. Ma, essendosi trattato di una vera e propria “rassegna”, è stata caratterizzata anche da molti ulteriori momenti d’altrettanto valore. Come quelli di alcune colonne portanti dell’AISTS – già Tridenti d’Oro da tempo – e di alcuni studiosi e organi d’informazione partner di MNE che non hanno mancato di divulgare i valori dell’immersione sottomarina con proprie esposizioni da relatori collaudati quali sono.
Il primo momento di questo tipo, sempre in ordine di apparizione, è stato quello della rivista periodica illustrata, in pregevole versione cartacea, chiamata “Nord Adriatico Magazine”. Si tratta di una testata giornalistica registrata al Tribunale di Trieste che è giunta al quarto anno di uscite, per Luglio Editore, direttore Silvio Maranzana; ed è media-partner di MareNordest, tanto che proprio nel numero di settembre 2022 dedica un ampio speciale a MareNordest, all’Accademia di Scienze e Tecniche Subacquee e alle connesse attribuzioni dei Tridenti d’Oro nonché alla 1^ Rassegna Subacquea Internazionale di Trieste nel suo insieme. Oltre a questo, come di consueto, si occupa di attualità, economia, turismo, storia, scienze, ambiente, imprenditorialità e servizi, il tutto legato al mare, in particolare quello dell’Alto Adriatico prospiciente il porto e il golfo di Trieste e Monfalcone. In questo numero di settembre 2022 – il 14° della rivista – troviamo speciali su vele, squali e piloti, nonché naturalmente (come detto) su MareNordest e molto altro. Un bellissimo contenitore, ottimamente curato nella grafica e nelle immagini, di grande formato e ottima carta e dunque piacevole da sfogliare, leggere e conservare. Un esempio di ritorno alla qualità dei grandi periodici illustrati d’un tempo ma contemporaneamente in chiave molto moderna, capace – lo si coglie subito alla prima occhiata – di attrarre sia lettori sia inserzionisti pubblicitari. La redazione della rivista, ospite nella tensostruttura di MareNordest, ha presentato tutto ciò al pubblico in questa apposita relazione, con la dovizia di particolari del caso, incontrando il pieno favore dei tanti intervenuti. Il numero di settembre 2022 è acquistabile nelle edicole e direttamente presso la Libreria Luglio Editore.
È seguito quindi il caso del biologo e storico naturalista Fabio Morreale che, insieme all’Ing. Franco Cossutta, Direttore del Museo della pesca del Litorale triestino – Ribiški Muzej Tržaškega Primorja di Santa Croce – Križ e alla presenza dell’Ammiraglio Luca Sancilio, Vice Capo del V Reparto dello Stato Maggiore della Difesa e già Direttore Marittimo della Regione Friuli Venezia Giulia, hanno curato la presentazione del meraviglioso libro intitolato “Tonnare di ritorno“, autore lo stesso Fabio Morreale, edito da Natura Sicula edizioni.
Questo tipo di tonnare, abbandonate nella prima metà del Novecento per la pescosità divenuta troppo scarsa, testimoniano secoli di storia e tradizioni: erano concentrate soprattutto sulla costa orientale-ionica della Sicilia e destinate alla pesca di tonni meno grassi, di rientro dai luoghi di riproduzione e che erano sfuggiti alle reti tese nella costa occidentale.
La ricostruzione storica di quelle tradizioni e il lavoro editoriale che ne è scaturito hanno poi aperto a un confronto tra esperti del settore provenienti sia dalla costa dalmata sia dalla vicina Santa Croce, un borgo di pescatori abbarbicato sulla costiera triestina a 300 metri sul mare; che non si possono considerare solo “pescatori” in senso generale, bensì proprio “tonnaroti”!
L’autentica perla del bellissimo incontro è consistita nel momento in cui i tre protagonisti hanno improvvisato un canto tradizionale dei tonnaroti, una di quelle nenie ritmate in coro all’unisono che servivano per rendere più tollerabili le interminabili fatiche delle varie azioni connesse alla tonnara, agendo da sprone e sostegno per portare a casa il risultato, che all’epoca significava letteralmente la sussistenza per moltissime famiglie. Un momento davvero da brividi che potete rivedere e riascoltare in questo breve video:
È stata insomma un’esperienza culturale di grande interesse per tutti i presenti, che ha saputo catturare l’attenzione del folto pubblico intervenuto, anche grazie allo squisito spirito istrionico dei prestigiosi relatori!
La conferenza che si è succeduta è stata poi quella del Prof. Ferdinando Boero, Biologo Marino e Tridente d’Oro già nel 2016: un autentico personaggio, un nome che è tutto un programma nella biologia dei mari, noto a livello mondiale. Chi non conosce o non ricorda i suoi studi e i suoi interventi sulle meduse, tanto per fare un solo esempio dei tanti possibili? Autore di centinaia di articoli scientifici e altrettante monografie, nonché di tre libri divulgativi, uno dei quali in particolare – “Ecologia della bellezza” – ha appassionato alle scienze della vita generazioni di giovani biologi e anche di semplici lettori curiosi per hobby di questo ambito così ricco di fascino. Altrettanti si sono dedicati alla biologia marina per professione attraverso l’ispirazione ricevuta da lui in ambito universitario. Come fulcro della sua esposizione ha parlato di Rupert Riedl (1925-2005), autore di “Fauna e Flora del Mediterraneo”, un libro che ancora oggi guida chi vuol sapere cosa c’è nel nostro mare, dalle microalghe ai cetacei. Ne è uscito un ritratto avvincente di Rupert Riedl attraverso il quale il Prof. Boero – con la sua maniera da fine narratore della Natura e della storia naturale – non ha mancato di esporre la propria visione olistica della biologia degli habitat naturali, ancora una volta con enorme capacità di sintesi e collegamenti tra campi diversissimi del sapere – per spaziare dall’evoluzionismo, alle neuroscienze, all’epistemologia – che proprio nella biologia delle acque incontrano un reciproco e mai casuale crocevia. Il tempo del suo intervento è letteralmente volato, incantando e lasciando – come sempre – l’impressione di poter restare ad ascoltarlo ancora per ore e ore! Un’abilità divulgativa delle scienze della vita e dei loro più ampi significati davvero non comune.
L’esposizione seguita nel programma – e molto attesa – è stata poi tenuta da Gianfranco Simonini, oggi Perito giudiziario dopo una carriera nel Nucleo Subacqueo dell’Arma dei Carabinieri, già Tridente d’Oro 2020. Operatore Tecnico Subacqueo con qualifica nel settore della subacquea forense, autore proprio del libro “Subacquea forense”, Diogene Edizioni, si tratta del protagonista indiscusso dell’emergere di un’altra disciplina scientifico-tecnica ricca di fascino sebbene rimasta a lungo silente: la criminalistica subacquea! Dopotutto è lo stesso che già durante il suo periodo operativo in missioni di polizia scientifica nell’Arma contribuì a mettere a punto un metodo di rilevamento delle impronte digitali direttamente in immersione!
Riportando casi investigativi reali, nella sua avvincente relazione ha inoltre spaziato anche sulle opportunità d’indagini storico-retroattive, come quella sull’evoluzione storica della perizia del palombaro Alberto Gianni sul vapore Cruz, affondato nel 1920; nonché degli elementi investigativi del bombardamento notturno di Bari del 2 dicembre 1943, ribattezzato “la seconda Pearl Harbour”.
Con il supporto della materia di Gianfranco, insomma, l’accertamento del reale svolgimento dei fatti e conseguentemente delle eventuali responsabilità anche negli incidenti subacquei – oltreché sui reperti sommersi di eventi criminosi – non è più incappato in troppi misteri insoluti né irrisolvibili, a sostegno delle indagini e a beneficio delle parti. Di fatto, l’apporto costituito dalle nuove capacità d’investigazione subacquea offre oggi un contributo straordinario e discreto al progresso civile delle comunità.
È stata poi la volta di una materia che non poteva proprio mancare in quanto – oltre a essere da sempre un grande classico nel mondo degli amanti delle immersioni – è un altro esempio di come scienza e tecnica incrocino oggi anche le vie della moderna ricerca storica sulle epoche più antiche: l’Archeologia subacquea! Il Prof. Massimo Capulli – Professore di Archeologia Sub e già Tridente d’Oro nel 2021 – ne è stato il protagonista. Più precisamente docente di Metodologia della Ricerca Archeologica, il professor Capulli ha così condotto la conferenza dal titolo “Dalle acque dolci a quelle salate: ricerche di archeologia subacquea in Friuli Venezia Giulia”.
«La nostra regione – ha spiegato Capulli – si distingue per essere un territorio posto “alla sommità” dell’Adriatico con l’imprescindibile caratteristica di essere da sempre una cerniera capace di unire uomini e merci delle civiltà del Mediterraneo con i popoli dell’Europa centro-settentrionale».
Con un’esposizione brillante e ricca di dettagli su luoghi, strutture e temi molto cari a tutti i subacquei del Nordest Italia, come ad esempio i relitti, Capulli ha approfondito la scoperta di siti sommersi come il Relitto Caorle 1, il Relitto Grado 2 e il Relitto Stella 1, quest’ultima un’imbarcazione fluviale di epoca romana (I sec. d.C.) con la dimostrazione del materiale archeologico recuperato consistente in quasi 10.000 chilogrammi di reperti. Una sorprendete navigazione subacquea guidata nell’Alto Adriatico, cioè in quello che è stato rinominato con evocativa ma fondata suggestione “Il Mare dell’Intimità”.
Il Prof. Pierre Thibault dell’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Fisica ha quindi introdotto la conferenza “Uno sguardo al mare con i Raggi X” e il connesso aggiornamento circa il progetto scientifico condotto sulla misurazione dei cambiamenti climatici attraverso lo studio… delle stelle marine! Si, avete letto bene.
Già ospite nell’edizione Mare Nordest 2021 il Prof. Thibault ha infatti informato il pubblico sulla multidisciplinarietà della ricerca da lui condotta: in questi minuscoli echinodermi sono state rinvenute delle “spie” che possono costituire indicatori degli effetti del (e sul) surriscaldamento globale.
Le osservazioni in merito vengono condotte grazie al potente microscopio Sincrotrone Elettra, una delle poche “macchine della luce” esistenti al mondo e preziosamente custodita proprio a Trieste.
Dotato di una capacità estrema nel tradurre esperienze scientifiche di grande complessità in concetti facilmente fruibili dal pubblico non specializzato, il Prof. Thibault ha deliziato tutti con immagini di grande impatto e argomentazioni altrettanto suggestive, portando ogni spettatore virtualmente all’interno del suo Laboratorio OptIma To. – Optimal Imaging & Tomography.
Un viaggio della conoscenza che sa quasi di fantascienza mentre è invece quanto di più reale e concreto si possa immaginare. Un celebre divulgatore scientifico, l’astrofisico Carl Sagan, ebbe a dire che “siamo atomi che studiano sé stessi”. Dopotutto la materia – gli atomi – di cui siamo costituiti proviene proprio dalle stelle ed è molto attraente fantasticare che dalle stelle di mare si possa indagare un fenomeno di scala quantomeno planetaria. Un grande plauso al Prof. Thibault per averci fatto ancora sognare a occhi aperti!
L’ultima di questa tipologia di conferenze è stata quella altrettanto degna di nota tenuta a cura del Prof. Sandro Carniel, Oceanografo e già Tridente d’Oro dal 2021 per le sue attività di ricerca e divulgazione, sebbene il riconoscimento gli sia stato conferito a inizio 2022 a causa degli slittamenti legati com’è noto alle restrizioni del periodo Covid.
Il Prof. Sandro Carniel, oltreché Oceanografo di fama internazionale, è Dirigente di ricerca del CNR e del Centro CMRE della NATO. Si occupa di cambiamento climatico e in particolare del ruolo e degli effetti che possono avere gli oceani in tale contesto che – giova ricordarlo – ha dimensioni ad estensione planetaria.
Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche di settore, è anche un apprezzato divulgatore e scrittore. Nel 2018 si è aggiudicato il Premio Costa Smeralda con “Oceani, il futuro scritto nell’acqua” con Hoepli edizioni (un titolo che già da solo dice tutto!), seguito nel 2019 sempre per Hoepli da “C’era una volta il bosco – gli alberi raccontano il cambiamento climatico”. Con lui si è ribadita la necessità di una sempre maggior consapevolezza su quanto e come i mari e gli oceani siano strettamente connessi con le esistenze di ciascuno di noi. Al punto da determinarne i destini di sopravvivenza – o meno – sul nostro pianeta Terra. Che, visto dallo spazio, non a caso, è tutto blu.
Sempre in quanto “Rassegna”, questa 1^ Rassegna Internazionale Subacquea di Trieste, nell’apposita tensostruttura allestita in piazza Unità d’Italia, ha ospitato quindi seminari, workshop e incontri di approfondimento che hanno magistralmente toccato i temi più attuali del monitoraggio del mare, la depurazione delle acque, l’inquinamento da micro e nanoplastiche ma non solo. Infatti, oltre alle iniziative a conferenza descritte fin qui, c’è stato l’impianto di laboratori e attività a cura dei principali partner istituzionali scientifici della manifestazione e cioè l’Università degli Studi di Trieste, l’OGS Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale, il Museo Nazionale dell’Antartide – Sezione di Trieste, l’AMP Area Marina Protetta di Miramare.
Un grande successo, testimoniato infatti dalla particolare affluenza di bambini ai vari laboratori didattici. Bambini guidati dalla prof.ssa Phd. Renata Lucchi, dott.ssa Fiorenza Torricella, Chiara e Deborah.
E con la particolare attenzione dell’Assessore educazione, scuola, giovani e famiglia del Comune di Trieste, Nicole Matteoni, cui va la riconoscenza degli organizzatori anche per aver consegnato gli attestati di partecipazione.
I “Laboratori didattici” a cura di OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, MNA – Museo Nazionale dell’Antartide, WWF, AMP Miramare e Mare Nordest sono stati in particolare curati da Monica Rana e Manuela Rizzo di MNE.
Il Marine litter ha avuto dedicato un desk informativo del progetto Marless (Interreg Italia-Croazia 2014-2020) a cura di WWF AMP Miramare sull’impatto delle macro e microplastiche sull’ambiente marino e metodologie di prevenzione e monitoraggio dei rifiuti marini…
Si è fatta molto notare infine la Conferenza “Sostenibilità e avanguardia dal disegno all’acqua”, a cura di Audace Sailing Team con Greta Eline Poclen, responsabile studi LCA – impatto ambientale e Collaboratori.
C’è stata in permanenza perfino la Mostra di Arte Contemporanea sullo stato del Mare a cura di Mare Nordest e Art Projects Association e la Mostra “C’è molto di noi in questo mare” realizzata da WWF AMP Miramare nell’ambito del Progetto MARLESS.
Insomma questa 1^ Rassegna Subacquea Internazionale di Trieste così intensamente voluta dalla 11^ edizione di MareNordest in questa inedita collaborazione con l’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee per l’edizione 2022 dei Tridenti d’Oro hanno nell’insieme confermato e rilanciato la centralità di Trieste quale polo scientifico e della divulgazione scientifica di riferimento non solo per l’intero Nordest Italia e Alto Adriatico ma anche per l’intero nostro Paese.
Un plauso pubblico e un personale complimento spassionato vanno a tutto lo staff di MareNordest e all’Accademia AISTS, in particolare per aver orientato la stragrande maggioranza delle esposizioni sulle scienze e tecniche del mare in modo che fossero dedicate specialmente al pubblico dei più giovani.
Che dire di più? C’è ben poco da aggiungere, oltre ad augurarsi che questa formula abbia un seguito. E a parte i complimenti dell’intera nostra redazione per le scelte fatte da tutti gli organizzatori nell’aver messo a disposizione del pubblico e permesso di divulgare un tale livello di conoscenze sulle attività subacquee.