Uno dei massimi esponenti di fotografia subacquea moderna, David Salvatori, ci ha lasciato. Vittima d’una tragedia accaduta in mare domenica 3 luglio nelle acque siciliane dell’isola di Favignana. Così salutiamo lui e abbracciamo i suoi cari.
A cura della Redazione.
Di certo, da domenica scorsa, la fotografia subacquea anche internazionale sarà più povera, avendo noi tutti perduto uno dei suoi migliori esponenti.
In vicende e notizie così brutali, in cui anche dopo molte ore prevale un senso d’incredulità e sbigottimento, s’intreccia sempre molto di personale con ciò che si sa degli accadimenti. E poi non vorremmo mai ricadere nella banalità delle cronache che già s’incrociano e che come al solito sanno solo accennare confusamente a “malori” e “fatalità”.
A chi si occupa della nostra Redazione viene in mente piuttosto di averlo conosciuto in epoche lontane e di averlo via via incontrato di nuovo, tra occasionali collaborazioni ed eventi subacquei vari, conservando sempre la sensazione di quella simpatia immediata ed epidermica avvertita la prima volta, quella che si continua a provare solo con chi fa emergere in noi autentiche sebbene indefinite affinità.
L’episodio più recente risale ad appena una manciata di giorni or sono e ha in sé qualcosa di trasognato e irreale, per quanto autentico. Riguarda la curiosa foto d’apertura che potete ammirare qui (e la corrispondente versione di “associazione di idee” in fondo all’articolo): appena l’avevamo vista da lui pubblicata abbiamo immaginato di contattarlo per proporgli una collaborazione a un nuovo progetto editoriale, di cui sarebbe potuta diventare un’ideale prima copertina.
Non siamo giunti in tempo. E in questo ora c’è tutto il rammarico delle intenzioni rimaste tali, appena mitigato dall’intima certezza che avremmo comunque cercato di dare corso in concreto a quest’idea nonché dalla sensazione che anche a David sarebbe stata gradita.
Di lui piace ricordare un’abilità magistrale nel rappresentare l’ambiente subacqueo in modo sempre disallineato dalle mode del momento – e anche dalle organizzazioni più istituzionalizzate – talvolta con quella punta d’irriverenza che in realtà nobilita la materia.
Perché David era una di quelle rarità che non amano seguire le tendenze bensì crearle.
E perciò conosceva bene e praticava meglio tutte quelle peculiarità capaci di rendere una foto “attraente” per chi ama divulgarne l’anima, ossia ricca di un alto tenore di “pubblicabilità”…non per caso aveva da poco avviato una collaborazione stabile nientedimeno che con il National Geographic!
Che per i più è la materializzazione del punto di arrivo in cima alla lista dei sogni e per David, per il suo entusiasmo, sarebbe stato piuttosto un altro desiderato punto di partenza.
Possiamo solo ringraziarti per le emozioni sprigionate dai tuoi scatti, David; che ci hanno fatto amare ancora di più gli habitat naturali sommersi – la loro maestosità e la loro importanza – e spinto a praticarli sempre più coscienziosamente nella rispettosa consapevolezza della passione in comune per le immersioni.
È un regalo prezioso: lo serberemo come un privilegio raro, insieme al ricordo di te.